Si continua impropriamente a parlare ancora di destra, di quella parte politica che vantava da sola circa il 13% e che venne distrutta dall’arrivismo di un certo personaggio che molti italiani non vogliono neppure ricordare. Bisogna dire però che il distruttore di AN non fu solo a decidere di sotterrare un partito storico che rappresentava quella parte degli italiani cultori ancora di quei valori di italianità che si richiamavano a certe mai tramontate tradizioni. Con lui si resero complici i vari La Russa,Gasparri, Matteoli, Urso,Ronchi,Alemanno, tutti allettati dal cav. Berlusconi e gratificati con incarichi di prestigio politico. Il furbo Silvio, da grande imprenditore aveva fatto bene i suoi calcoli e sapeva già di fagocitare un intero partito di destra che da quel momento entrava a fare parte dei ricordi e della retorica. Quindi una pietra tombale sulla destra che non può essere oggi rappresentata da chi l’annientò, e dai rigurgiti di presunte formazioni che si richiamerebbero a ricordi ormai sbiaditi. Dividersi, tra l’altro è la più inutile delle scelte anche perchè dall’altra parte, non vorrebbero che questo, che ovviamente vale anche per coloro che oggi all’interno del PDL ipotizzano spaccature fortemente deleterie. La compattezza del centro destra, comprese le formazioni tutte ex AN creerebbero una barriera invalicabile alla sinistra e vanificherebbero una idea di sconfitta a tavolino con l’apporto di una certa magistratura politicizzata, visto che politicamente non è stato possibile farlo e non lo sarebbe neppure per il futuro. L’altra sera, nel corso della trasmissione di Fabio Fazio è stato bravissimo Raffaele Fitto a difendere la sua tesi di ricompattare intorno a Silvio Berlusconi tutto il centro destra anche e soprattutto se dovesse decadere definitivamente da senatore, e pretendere di mettere mani immediatamente alla riforma della Giustizia ed a quella elettorale con l’abolizione del porcellum.
Lucio Marengo