Comunicato Stampa
Ugl e Confsal segnalano ormai da tempo la mancata attenzione sulla sicurezza nei confronti dei lavoratori impiegati sia negli uffici postali che nel settore recapito, a causa delle numerose rapine che mettono a rischio l’incolumità dei lavoratori.
A questo si aggiunge la situazione dei portalettere che corrono frequenti rischi viaggiando con i bauletti sempre aperti per via degli eccessivi carichi di corrispondenza contenuti e per i sistemi di protezione spesso inadeguati, con motomezzi non sicuri in cui è assente la manutenzione.
“Mai – denunciano Camillo Massari di Ugl Comunicazioni e Claudio Montefusco di Confsal Comunicazioni – è stata valutata da un medico competente il rischio che questi lavoratori corrono per il trasporto di materiale pesante durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Tutto ciò può determinare infortuni e malattie professionali”.
L’elenco delle inadempienze secondo i sindacati è lungo se si considera anche che il personale applicato a personal computer, da tempo non viene sottoposto a visite mediche e a valutazioni dei rischi.
“In questi ultimi anni l’Azienda – continuano i rappresentanti di Ugl e Confsal – non ha assolutamente modificato il modo di affrontare le problematiche relative alla sicurezza e alla salute dei propri dipendenti durante il lavoro. Eppure sono state identificate le competenze attribuite ai singoli soggetti e strutture organizzative titolari di poteri (e doveri) in ambito di igiene e sicurezza sul lavoro. Purtroppo, l’applicazione della normativa e delle attività connesse all’attuazione di tutti gli obblighi imposti dalla legge, per Poste Italiane diventa solo un optional, in quanto i capitolati d’oneri previsti per la sicurezza non vengono investiti appieno”.
“Forse sarebbe opportuno che un Gruppo come Poste Italiane – concludono Massari e Montefusco – indirizzasse le proprie attenzioni, anche al raggiungimento degli standard di sicurezza in tutti gli ambienti di lavoro”.
Bari, 17 maggio 2012