E’ estremamente positivo che il premier Matteo Renzi abbia voluto iniziare dalla Scuola il suo mandato di Presidente del Consiglio. Certamente l’impegno di ristrutturare l’edilizia scolastica è lodevole, visto lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la gran parte delle scuole pubbliche italiane.
Il mondo della scuola però al premier chiede di fare qualcosa di più, investire sulle persone. L’immagine che abbiamo voluto inserire in questo articolo vuole essere un programma di recupero dell’azione e della credibilità di tutto il sistema scolastico italiano, al di là dei seppur importanti, ma semplici muri.
La scuola non può essere solo calcestruzzo e vernice. Il premier Renzi lo sa bene, visto che la sua signora è un’insegnante. I poveri docenti della scuola pubblica italiana in questi ultimi 20 anni sono stati mortificati nel loro storico ruolo sociale, al punto da perdere quasi del tutto identità e soprattutto autorevolezza nei confronti degli studenti e delle famiglie. La scuola è importante per la società! Questo è un’assioma indiscutibile. Ma per rendere efficace la sua missione ha bisogno di insegnanti non solo preparati, ma motivati e gratificati. “Nessun bambino è perduto se ha un insegnante che crede in lui”, ma chi crede negli insegnanti? Questo è il punto cruciale della crisi che il sistema scuola sta vivendo in questi anni. Non solo muri, quindi, ma stipendi adeguati, formazione continua, incentivi, progressioni di carriera, radicamento sul territorio, ecc. Non è difficile fare analisi per individuare i bisogni della classe docente, ci vuole invece coraggio nel far ripartire la scuola proprio da loro. Per far questo servono fondi che devono essere necessariamente distratti da altri capitoli di spesa della Pubblica Amministrazione, investimenti che evidentemente non hanno portato sostanziali miglioramenti nella società italiana.
Antonio Curci