Giornata soleggiata, a mare sono sotto un ombrellone. La vicina, grande amica di sempre ti fa compagnia parlandoti dei nipoti. Una ricercatrice, ingegnere biomedico vive e lavora a Singapore dove ha conosciuto il futuro marito, anch’egli italiano bioingegnere . Vivono bene in quell’isola lontana e non è in programma un loro ritorno in Italia. Essi lavorano per una multinazionale americana che ha preferito investire in quell’isola. Ben remunerati, a questi ricercatori non manca nulla ed i risultati stanno arrivando.
Guardo Superquark e viene trasmesso un servizio sulla ricerca a Singapore. Nel 2014, udite, udite, sono stati investiti per la ricerca dallo Stato nove miliardi e mezzo di dollari con un ritorno di diciasette miliardi. Insomma un investimento sicuro che dà i suoi frutti. E in quei laboratori sono vicini alla cura per l’Alzheimer grazie all’utilizzo di cellule staminali del sangue.
In Italia per rilanciare l’economia si investono dieci miliardi di euro per dare ad alcuni ottanta euro (settantadue netti in busta). Per la ricerca? Le cifre sono irrisorie. Sta di fatto che Singapore, la metà di Roma, si avvia ad essere il faro del progresso e della modernità nel mondo. Ed il tutto, il programma di finanziamento della ricerca avanzata, è partito solo dal 2004.
All’Italia rimane il triste primato della fuga dei cervelli e la ripresa economica è lontana. Dati pubblicati oggi: produzione industriale ancora in calo.
I dieci miliardi spesi secondo lo schema Singapore? Tutti lo auspicano ma secondo una concezione vecchia della sinistra è meglio dare l’elemosina che insegnare a pescare al bisognoso.
Leonardo Damiani