A pochi giorni dall’increscioso episodio di Busto Arstizio, in cui alcuni tifosi della squadra di provincia si sono resi protagonisti di cori offensivi all’indirizzo del centrocampista milanista Kevin-Prince Boateng, negli spalti di un piccolo campetto della Toscana i cori di intolleranza raziale tornano a tuonare.
La partita in questione è la giovanile Amiata-Albinia, gara vinta da quest’ultima squadra per 2-1.
E’ successo ad Arcidosso, sul Monte Amiata, e i protagonisti non sono giocatori di serie A ma ragazzini della categoria Allievi provinciali che, come scrive oggi la Nazione, manda in campo giocatori nati nel 1996 e 1997. Presi di mira sono sette ragazzi stranieri, turchi, tunisini, marocchini, albanesi.
Ci si aspetterebbe che i cori in questione fossero stati intonati da coetanei un pò bulletti e che se la sarebbero cavata con un rimprovero che avrebbe acceso, con tutta probabilità, un dibattito da talk show sull’ educazione civica e morale delle famiglie italiane. Ed invece no. Lo stuolo di insulti e di schiamazzi beceri sono usciti dalle fauci di genitori, che assistendo alla partita dei propri figli non hanno esitato a lasciarsi andare in “manifestazioni espressive di discriminazione” ogniqualvolta toccasse la palla uno dei giocatori stranieri della squadra avversaria.
L’Ansa intanto rende noto che il giudice sportico dopo aver ricevuto la relazione dell’arbitro, ha comminato all’Albinia una sanzione di 550 euro “per le offese da parte di una quindicina di persone al direttore di gara per tutta la durata della partita e per aver, intorno alla metà del secondo tempo e per 10 minuti circa ogniqualvolta toccavano il pallone i giocatori stranieri della squadra avversaria, gli stessi tifosi effettuato manifestazioni espressive di discriminazione”.
Laura Marchesini