Un pulmann di pellegrini dell’hinterland partenopeo al rientro da un pellegrinaggio, mentre percorreva l’Autostrada A16 Napoli Canosa in direzione Napoli, per cause in corso di accertamento ha travolto delle auto in coda e, dopo l’incidente, è finito senza controllo contro un guard rail e subito dopo – per il collasso dello stesso – giù da un viadotto di più di venti metri di altezza.
Numerose le vittime tra cui l’autista e, purtroppo, molti bambini.
Mentre scriviamo i vigili del fuoco sono ancora impegnati nell’ingrato compito di estrarre i corpi dalle lamiere del mezzo, nella speranza di poter strappare alla morte qualche ferito ancora intrappolato.
Il lavoro dei vigili sarebbe reso ancora più arduo dalla spada di damocle di alcuni pezzi del viadotto, rimasti pericolanti dopo l’impatto, che incombono sulle loro teste mentre si apprestano nell’ardito compito di salvare qualche vita.
Numerose normative sono intervenute negli anni per professionalizzare ulteriormente i conducenti di questi ormai enormi mezzi di trasporto, ormai in grado di trasportare più di sessanta passeggeri – anche su più piani – a velocità teoriche in Italia fino a 100 km orari.
Gli stessi mezzi sono ormai dotati dei più avveniristici sistemi di frenata e controllo di trazione ma, tuttavia, come nello sciagurato caso in esame è bastata una coda apparsa all’improvviso dopo una curva per generare la tragedia.
La speranza rinviene – ancora una volta – dall’evolversi della tecnologia.
Alcune moderne ammiraglie sono ormai da tempo dotate di sistema radar anticollisione che “rileva” un ostacolo e anticipa il conducente nell’azione di frenata, migliorando i tempi di reazione e dunque gli spazi di arresto.
La speranza è che questa ennesima tragedia sproni le case produttrici di questi importanti mezzi di trasporto collettivo a sinergie con gli enti proprietari di strade al fine di adottare una tecnologia che utilizzi il radar e, inoltre, un qualche sistema per rendere efficiente lo stesso anche in casi di poco campo d’azione, proprio come nel caso dei micidiali curvoni – con annessi viadotti – tipici di alcune strade ad alto scorrimento Italiane.
Roberto Loporcaro