La grande mobilitazione, sostenuta fortemente dal Coordinamento Nazionale No Triv (formato da centinaia di associazioni presenti in tutta Italia) e volta ad impedire le trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio, ha portato ad ottenere l’ottimo risultato di questa mattina.
Oggi infatti scadeva il termine ultimo per il deposito dei quesiti referendari relativi all’abrogazione di un articolo del decreto Sviluppo (art. 35) e di cinque articoli dello Sblocca Italia.
L’obiettivo del referendum abrogativo è quello di bloccare le trivellazioni entro le 12 miglia marine dalla costa ma anche di ridare i poteri di decisione, su temi delicati come quelli della ricerca e dell’estrazione degli idrocarburi, alle Regioni e agli enti locali.
Nonostante fosse necessario che almeno 5 regioni deliberassero in favore del referendum, i rappresentanti di ben dieci consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Calabria, Sardegna, Veneto, Abruzzo, Liguria, Campania, Molise) si sono recati a Roma presso la Corte di Cassazione e hanno depositato la proposta referendaria.
Il 22 settembre la Regione Puglia si è espressa all’unanimità in favore del referendum abrogativo, le ultime regioni a votare sono state Campania e Liguria.
Se tutto andrà bene, in primavera, i cittadini potranno fare sentire la propria voce ed esprimere la propria opinione sui diversi quesiti.
Cristina De Ceglie