Trovata molecola anti cancro. Bufala o scoperta?
Messa a punto e brevettata a livello nazionale una tecnica che spingerà al suicidio le cellule tumorali. Un risultato che viene dall’impegno di due ricercatori precari dell’università di Urbino: Mirco Fanelli, 45enne di Falconara e Vieri Fusi, 48enne fiorentino.
I due ricercatori potrebbero avere contribuito a un importante passo in avanti alla lotta ai tumori. Ma quando si parla di scoperte in laboratorio viene da chiedersi se e quando verrà l’applicazione pratica. Una situazione frustrante per i ricercatori: arrivare alle risposte, ma fermarsi a metà dell’opera. In cosa consiste la scoperta?
«È stata modificata chimicamente un molecola (maltolo) normalmente utilizzata come additivo alimentare, arricchendola di proprietà biologiche, modificando la vita e il comportamento delle cellule inducendole a rispondere a sollecitazioni di vario tipo. Le nuove molecole inventate (malten e maltonis) sono capaci d’indurre micro-modificazioni del genoma (il dna delle cellule) che diminuiscono la loro capacità di sopravvivenza»
Sin qui la notizia diffusa da una serie di testate giornalistiche che l’hanno riportata con titoli sensazionalistici, come se davvero avessimo scoperto la cura contro il cancro. In realtà le cose sono ben lontane dall’esser così:
Mirco Fanelli e Vieri Fusi sono due ricercatori dell’Università di Urbino, il loro team di ricerca si è mosso nello studio di nuove alternative per la cura del cancro e sono in una fase interessante della loro ricerca, trovo giusto lasciare che siano le loro parole (riportate sul sito dell’Università di Urbino) a speigare cosa stanno facendo:
Vieri Fusi: Il maltolo “per se” è una molecola innocua, utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma – se opportunamente modificata – può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici. Questa classe di composti è caratterizzata da interessanti proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di raggiungere l’interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina).
Mirco Fanelli: Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata). La cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula.
Tale meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali. Insomma, speriamo di poter sviluppare nuove armi con cui aggredire il cancro con le quali poter migliorare le attuali cure soprattutto per quei tipi di tumore ad oggi sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva.
Le avete lette bene le righe in grassetto, si SPERA di POTER SVILUPPARE, ovvero non si sa ancora NULLA e non vi è nulla di ben definito, non sono ricerche come quelle della scuola media dove oggi mi dicono studia l’Australia e domani m’interrogano, forse ci vorranno 1, 2, 5 anni per arrivare a definire qualcosa di più concreto, e fino ad allora per favore evitiamo di condividere questa cosa, evitiamo di donare speranze basate sul nulla, concentriamoci su quello che già si usa nelle cliniche e negli ospedali e cerchiamo di esser obbiettivi.
Mirco Fanelli su un sito di divulgazione scientifica ringraziava con queste parole: «Mi sento di esternare un ringraziamento a tutti coloro che hanno condiviso con noi i risultati della nostra attività di ricerca. Come spesso capita in queste situazioni, e toccando certi argomenti, si rischia di far trapelare messaggi non corretti. Ci tengo a precisare che le molecole che abbiamo brevettato non devono essere considerate la soluzione nella lotta contro il cancro. Siamo in una fase sperimentale che sta dando ottimi risultati ma ancora lontana dalla sperimentazione clinica. Mi duole dover disilludere le persone che mi chiamano chiedendomi se possiamo sperimentare le nostre molecole sulle persone a loro vicine affette da tumore. Mi duole che, con gli articoli di questi giorni, si sia alimentato un clima di false speranze. Siamo ricercatori e non è nelle nostre intenzioni vendere fumo. Le nostre molecole ad oggi sono promettenti. La futura attività di ricerca dimostrerà se sarà possibile utilizzarle nell’uomo e con quali benefici. Vi ringrazio moltissimo, ci state fornendo una grossa motivazione. Grazie a tutti»
Massimo Pellicani