Manca ormai pochissimo al giorno della canonizzazione dei due Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Roma è pronta ad accogliere milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, il sindaco della capitale è certo che la città saprà essere all’altezza dell’evento. È stato potenziato il trasporto pubblico, il soccorso medico e le aree di parcheggio per i pullman. Insomma è tutto pronto! In questi giorni si è parlato molto in televisione dei miracoli fatti da Papa Roncalli e Papa Wojtyla. Per il “Papa Buono” ricordiamo la storia di suor Caterina Capitani. Aveva 23 anni quando una emorragia gastrica la portò in ospedale d’urgenza e subì atroci sofferenze e numerosi interventi chirurgici. Per la giovane Caterina quando sembra non ci sia più niente da fare viene disposto il trasferimento nella sua città natale, Potenza. Poi, invece, un drammatico peggioramento delle condizioni di salute della giovane religiosa la porta di nuovo in ospedale, a Napoli a quello che un tempo si chiamava “Ospedale della Marina”. E allora “dove aveva terminato la scienza comincia la sua opera la fede” racconta suor Adele, testimone del miracolo. Sul corpo di Caterina Capitani viene poggiata una reliquia di papa Roncalli in prossimità di un fistola che era la maggiore causa delle sofferenze. Poi è lo stresso Giovanni XXIII ad apparire a suor Capitani. La invita ad alzarsi dicendo: “Mi hai pregato tanto, e anche una tua sorelle in particolare. Me lo avete strappato proprio dal cuore questo miracolo. Ora non temere, tutto è finito. Tu stai bene, non hai più nulla”. Era 25 maggio del 1966, Caterina era in coma e si risvegliò, guarita. La religiosa delle Figlie della Carità è morta pochi anni fa, a 68 anni. Di un altro miracolo, però da parte di Papa Wojtyla se ne è parlato molto ultimamente, perché la donna miracolata è ancora viva e sarà in piazza San Pietro domenica 27 aprile per la canonizzazione. Si chiama Floribeth Mora Diaz, è del Costarica ed è guarita grazie all’intercessione del papa polacco da un male incurabile. Racconta lei stessa il calvario iniziato l’8 aprile del 2011 con un forte dolore di testa e la fatale diagnosi di un aneurisma. Tre ore di intervento chirurgico e la sentenza: serve un centro specializzato per lunghe e costose cure. È il primo maggio del 2011 quando la donna, sofferente, accende la tv per vedere la cerimonia della beatificazione del Papa. Ad un certo punto vede Benedetto XVI con la reliquia di Wojtyla. “Poi sento una voce: Alzati e non avere paura”. È la voce di Giovanni Paolo II. Floribeth Mora Diaz si alza dal letto sta bene e dagli esami medici risulterà poi che l’aneurisma si è inspiegabilmente riassorbito. È questo ciò che la donna ha ripetuto ad un incontro per giornalisti in sala stampa vaticana al fianco di Padre Federico Lombardi.
Papa Francesco ha inviato un videomessaggio ai fedeli polacchi, attraverso la TVP e Radio polacca. Di seguito, vengono riportate alcune parole del Santo Padre: “Cari connazionali del Beato Giovanni Paolo II! È ormai vicina la canonizzazione di quel grande uomo e grande papa che è passato alla storia con il nome di Giovanni Paolo II. Sono felice di essere stato chiamato a proclamare la sua santità, nella prossima Domenica della Divina Misericordia, a conclusione dell’Ottava di Pasqua. Sono grato a Giovanni Paolo II, come tutti i membri del Popolo di Dio, per il suo instancabile servizio, la sua guida spirituale, per aver introdotto la Chiesa nel terzo millennio della fede e per la sua straordinaria testimonianza di santità. […] Sappiamo tutti che, prima di percorrere le strade del mondo, Karol Wojtyła è cresciuto al servizio di Cristo e della Chiesa nella sua patria, la Polonia. Lì si è formato il suo cuore, cuore che poi si è dilatato alla dimensione universale, prima partecipando al Concilio Vaticano II, e soprattutto dopo il 16 ottobre del 1978, perché in esso trovassero posto tutte le nazioni, le lingue e le culture. Giovanni Paolo II si è fatto tutto a tutti. Ringrazio il popolo polacco e la Chiesa in Polonia per il dono di Giovanni Paolo II. Tutti siamo stati arricchiti da questo dono. Giovanni Paolo II continua ad ispirarci. Ci ispirano le sue parole, i suoi scritti, i suoi gesti, il suo stile di servizio. Ci ispira la sua sofferenza vissuta con speranza eroica. Ci ispira il suo totale affidarsi a Cristo, Redentore dell’uomo, e alla Madre di Dio. […] Invito tutti a vivere profondamente la canonizzazione del beato Giovanni Paolo II e del beato Giovanni XXIII. Alcuni di voi verranno a Roma, ma grazie ai mass media moltissimi potranno partecipare a questo grande evento. Perciò voglio già oggi ringraziare tutti i giornalisti di stampa, radio e televisione per il loro servizio alla canonizzazione della prossima domenica.”
Federica Cirillo