Cosa sta accadendo a Bari in fatto di criminalità organizzata?
Famiglie in guerra fra loro per il controllo delle attività illecite. A stagioni alterne qualcuno rompe gli equilibri e i “morti ammazzati” restano sul selciato. Questo è accaduto in passato e sta accadendo in questi giorni a Bari. A voler essere realisti e anche un po’ pessimisti, accadrà anche in futuro. Non c’è da meravigliarsi.
Intere sacche della società barese sono pregne di “malavita”, difficile da estirpare nell’atavica lotta fra il bene e il male, già a partire dalla tenera età. In giro per le vie di Bari non è difficile imbattersi in ragazzini già contaminati dalle logiche malavitose degli ambienti in cui vivono: piccole faccette arrabbiate, sguardi penetranti da piccoli “mbccius”, come vengono chiamati a Bari quelli tosti, quelli che non hanno paura di niente e di nessuno. Sono i figli della strada, quelli cresciuti all’ombra dei loro miti, i potenti della mala organizzata. Li vedi sfrecciare da bambini con le loro biciclette e da adolescenti con i motorini. Figli rubati all’infanzia, quella fatta di sogni e girotondi, di favole e coccole, di gelati e carezze. Loro no. Loro più sono duri, più piacciono ai mentori di turno. Ma sono pur sempre bambini, piccoli, fragili, purtroppo inconsapevoli di quella che sarà la loro grigia esistenza: per i maschi, l’affiliazione con “progressioni di carriera” nell’ambito del malaffare, per le femmine, un matrimonio da celebrare quanto prima.
E’ inutile parlare di responsabilità, responsabili lo siamo un po’ tutti.
Trovo più interessante, invece, pensare a cosa si può fare per ridare un sogno ai figli della nostra città, quel sogno che rallenti lo “svezzamento” in attesa dell’età della consapevolezza e delle grandi scelte. Penso che sia giunto il momento del riscatto della scuola, dei presìdi educativi sul territorio, delle parrocchie, delle associazioni, ecc.. Penso ad un grande sforzo comune che riunisca intorno ad un tavolo politica e società civile in quelli che chiamerei gli “stati generali sull’educazione a Bari”. Un laboratorio urbano di idee e strategie per la costruzione di un sistema educativo integrato.
E’ l’ora di affermare con forza la centralità dell’essere umano nelle grandi scelte strategiche di Bari e del Paese intero, prima, molto prima dell’economia e dei soldi. Se continuiamo a consegnare le nostre vite al dio danaro, i “morti ammazzati” continueranno a riempire le nostre cronache e le lacrime di tante mamme e papà continueranno a bagnare le nostre coscienze.
Cosa può fare ognuno di noi, nel suo piccolo? Non serve molto, a volte basta una parola giusta detta nel momento opportuno, a volte basta una favola, un’abbraccio o una semplice presenza amorosa per testimoniare che un’alternativa di vita esiste e che può condurre ad un’esistenza sia pure semplice, ma sicuramente onesta e gioiosa.
E’ l’ora di ridare alla vita, anche la più apparentemente insignificante, il suo vero valore.
Quando penso ad un “morto ammazzato”, penso alle favole che non potranno più essere raccontate, penso a quegli abbracci che non potranno più essere donati, penso a quei baci che non potranno più essere rubati, penso al silenzio della sera, quando quel “vuoto” diventa assordante e quando quegli occhietti non riusciranno più a chiudersi per donare ai sogni le speranze di un bambino.
Antonio Curci