È un’orrenda storia questa, che viene spesso nascosta in questa società. Se ne parla poco e si fa soprattutto poco per aiutare coloro che hanno subìto mobbing. Il termine significa “emarginazione” e precisamente ” violenza psicologica”. Sono tantissimi i casi in Italia, si verificano maggiormente in campo lavorativo ma spesso nelle scuole di qualsiasi ordine e grado. I bambini più piccoli che vengono trattati in maniera differente dai loro maestri, non raccontano certe volte ai propri genitori cosa accade nelle aule. Casi orrendi del genere capitano di più nelle scuole secondarie di secondo grado. Alcuni docenti sono capaci di rovinare psicologicamente un/a alunno/a, approfittando magari della debolezza della persona, della timidezza, della troppa bontà. I professori hanno un ruolo importantissimo nella vita di uno studente, in particolare quel docente che passa più ore in una classe, perché l’umore quotidiano, il carattere, i modi di pensare e di agire influiscono sulla psicologia di un adolescente, che ha molto da imparare nella vita e spesso non si accorge di aver di fronte gente sbagliata. È purtroppo facile per un insegnante essere la causa di un male. Un professore è in grado di abbattere uno studente ed è in grado allo stesso tempo di gratificarlo. Ci sono ragazzi che hanno un ricordo pessimo degli anni del liceo, a questo punto ci si chiede il perché. Perché uno studente deve ricordare con angoscia gli anni più belli della propria vita ? Tutto questo per colpa di un professore che si è permesso di “giocare”, di “scherzare” con la mente tenera di un alunno in fase di crescita. A questo punto riportiamo le parole di un ragazzo di diciannove anni che ha subito mobbing da parte di un docente al liceo: ” È inammissibile che un docente debba approfittare della sua carica senza mettersi minimamente nei panni di uno studente. A me nel primo anno di liceo ad esempio è capitato di essere stato più volte messo da parte da alcuni docenti per farmi poi dire che io ero l’elemento più negativo della classe intera. Mai una volta che mi chiedessero se il mio rendimento fosse dovuto al fatto che avessi bisogno di una mano. Peggio ancora quanto mi accadde l’anno dopo in cui, in mia assenza, la docente esortò letteralmente gli alunni a tenermi in disparte in quanto secondo lei ero un elemento non adatto ad un liceo, ma bensì da riformatorio. Delle volte vorrei tornare di qualche anno indietro per poter denunciare tutto. I professori per approfittare della loro carica superiore alla nostra si prendono la briga di usare aggettivi troppo pesanti da dover attribuire agli alunni, come “animali” o “malati”. Nella mia scuola, per delle difficoltà che avevo a capire delle cose hanno preferito sostenere che io fossi malato, avessi bisogno di uno psicologo piuttosto che aiutarmi. Addirittura è capitato che alcuni insegnanti si siano permessi di dire ai genitori che il proprio figlio avesse bisogno di farmaci. Così non fanno altro che distruggere un adolescente moralmente. Sono dell’idea che molti complessi di molti adolescenti derivino anche dall’atteggiamento di molti professori”.
Un’altra esperienza negativa, da parte di una studentessa, è qui riportata:” Durante il biennio al liceo, ho avuto una docente che è stata capace di farmi sentire una perfetta idiota. Avevo perso la stima in me stessa, credevo di non avere capacità. Questa insegnante mi ha fatto paura sin da subito, ancora oggi torna nei miei incubi di notte. Mi è capitato addirittura di prendere voti molto bassi per delle interrogazioni per me invece andate a buon fine. Ma per la mia insegnante avrei dovuto limitare la mia esposizione orale. La volta successiva ho preso lo stesso voto e per la mia docente questa volta avevo parlato troppo poco. Una vera, grande contraddizione! Ancora oggi non ho capito cosa andava male nelle mie interrogazioni.. So solo che, cambiando classe, trovando dei professori umani ho ritrovato la mia pace, la stima in me stessa, ho ritrovato la gioia andando a scuola, la felicità avendo voti che merito davvero . Oggi sono tornata ad essere quella di sempre, felice, allegra e gioiosa, devo molto ad una mia nuova insegnante che sin dall’inizio ha compreso il mio tormento, la mia paura, per lei inesistente e inammissibile tra i banchi di scuola. Di questa brutta storia ho solo ricordi cattivi, che si stanno allontanando sempre di più da me. Consiglio a tutti i ragazzi che si trovano in una situazione simile di far presente tutto, di denunciare simili episodi e di non perdere mai la fiducia in se stessi” . Dopo queste dichiarazioni si arriva alla conclusione che la vita spensierata dei giovani a scuola non può essere rovinata dai docenti. Il percorso di crescita deve essere progressivo, non portare i ragazzi allo sconforto, la presenza di un insegnante serio ma soprattutto umano è molto importante. Per gli insegnanti è quasi normale andare a scuola, far ricadere sulla classe tutti i problemi della propria vita e prendersela con qualcuno di loro. Ogni studente può reagire in maniera differente, ma quando si tratta di violenza psicologica, quasi fissazione, voglia di stuzzicare un alunno, un adolescente non riesce più ad avere una vita serena nella scuola. I docenti dovrebbero riflettere un po’ di più prima di fare violenza psicologica, perché andare a scuola significa imparare a vivere bene con gli altri, apprezzando se stessi, comprendendo i propri errori sbagliando, non per essere isolati , non per essere aggrediti, non per essere maltrattati. Lo studente è un essere umano che ha dei diritti. Se alcuni docenti lo hanno dimenticato è bene farlo presente.
Federica Cirillo