Sia ben chiaro che non c’è pena sufficiente per un farabutto che infierisce su una ragazzina agli albori della sua pubertà,seviziandola fino ad assassinarla, ma l’altro giorno nei soliti forum cui assistiamo in televisione, tra gli altri con discutibili ospiti c’era un esperto che mi ha lasciato perplesso con le sue tesi di una lucidità imbarazzante. Il personaggio in questione in sostanza sosteneva che la certezza matematica della responsabilità del Bossetti era ancora tutta da accertare e che quindi c’era ancora la presunzione della sua estraneità, visto che in qualche altra occasione nonostante pesanti quasi conferme del DNA la responsabilità è stata poi smentita. Certo non voglio assolutamente sostenere che Bossetti non sia il colpevole, ma pensiamo per un momento che tutto questo frastuomo si concluda con un nulla di fatto, che facciamo mettiamo in galera il mostro sbattuto in prima pagina? Quanti personaggi in questi anni sono stati massacrati da una stampa gossippara e magari schierata politicamente dalla parte contraria a quella dell’indagato, e che poi dopo anni sono risultati estranei alle colpe per le quali erano stati indagati, ma ormai irrimediabilmente distrutti moralmente. Allo stato attuale Bosetti, visto che si è chiuso su consiglio del suo avvocato d’ufficio in un silenzio strategico,ed è accusato di un crimine con la presunzione di esserne l’autore oppure secondo la Legge essere innocente. L’uso del condizionale quando si azzardano responsabilità drammatiche dovrebbe essere obbligatorio per questo giornalismo che da per certe, prove che sono ancora presunte. Questa è la deontologia che viene insegnata agli aspiranti giornalisti?
Lucio Marengo