ROMA – Il titolo parla di giornata della donna, non festa. Per essere precisi, si parla, infatti, di giornata internazionale della donna. La parola “festa” è una locuzione propria solo in Italia, ma inesistente all’estero, dal momento che di festivo vi è ben poco. Non è un caso che al Quirinale la cerimonia che si è tenuta per l’occasione era incentrata sul tema “Donne e Costituzioni”. Si è posto l’accento insomma sull’impegno delle donne che si sono rese protagoniste del cammino verso il progressivo ottenimento della parità dei diritti.
Per l’occasione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha proseguito: “ogni energia va profusa per prevenire e impedire che le donne diventino il bersaglio dell’odio e del risentimento”. “Persistono barriere da superare – ha aggiunto Mattarella -, squilibri da colmare, ma abbiamo sempre nuove prove di come le pari opportunità delle donne costituiscano uno degli antidoti più forti alle chiusure oligarchiche, all’immobilismo sociale, alle diseguaglianze economiche. L’azione delle donne si è rivelata anche un possente strumento della Costituzione, della sua attuazione”.
“Possiamo dirlo con forza – ha concluso Mattarella – nel settantesimo della Costituzione: le donne sono state artefici della Repubblica. E sono oggi artefici del suo divenire. La nostra comunità nazionale, il nostro modello sociale, le nostre stesse istituzioni non sarebbero quello che sono senza il contributo creativo, fondativo, delle donne italiane. Il loro voto, a partire dal ’46, ha dato compiutezza e sostanza a quella democrazia che aveva rappresentato la speranza, e il traguardo da raggiungere, nei tempi dolorosi della dittatura, delle sofferenze, della guerra. Soltanto la piena partecipazione delle donne poteva rendere davvero credibile, e possibile, l’ideale di pari opportunità tra tutti i cittadini”.