Parla Enzo Agostino, padre dell’agente Nino ucciso nel 1989 a Palermo insieme alla moglie dopo appena un mese dal matrimonio. “Il Vaticano ha dato una grande lezione al nostro Paese”, dice Agostino ripensando al suo incontro con Papa Francesco. Enzo da quel giorno non ha più tagliato la barba. “E non lo farò – dice – finché non otterrò giustizia per mio figlio, mia nuora e il bambino che sarebbe dovuto nascere. Con le sue parole nette e inequivocabili il Papa ha dimostrato che lo Stato del Vaticano si è schierato dalla nostra parte: dalla parte dei familiari di chi è morto sotto i colpi della mafia, dalla parte di chi non ha ancora ottenuto giustizia. Ora speriamo che l’Italia prenda esempio dal Vaticano con i fatti e non con le frasi di circostanza”. Al Pontefice ho descritto il dolore di noi familiari. Gli ho detto che mi conforta la missione portata avanti quotidianamente dalla Chiesa per ammorbidire i cuori dei malvagi. Il Papa mi ha stretto forte e mi ha detto: grazie. Sono cambiati anche i tempi, oggi gli agenti e i magistrati sono meno soli perché tanti cittadini hanno scelto di opporsi alla mafia. Lo ha fatto anche la Chiesa con i preti di frontiera e con i papi: prima Giovanni Paolo II e ora Francesco. Ma è la politica che non vuole combattere”. Il Papa ha incontrato a Latina 700 familiari delle vittime di ogni mafia e come ha detto Don Luigi Ciotti: “Per i familiari delle vittime innocenti delle mafie l’incontro con Papa Francesco è un dono”. Il sacerdote presidente di “Libera” commenta anche che “sarebbe bello che il 21 marzo diventasse istituzionalmente, per tutti gli italiani il giorno in cui i loro cari, in tante città d’Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti.
La disponibilità del Papa ad accompagnare i familiari a questo momento carico di dolore ma anche di speranza, è segno di un’attenzione e di una sensibilità che loro hanno colto sin dal primo momento. Attenzione verso tutta l’umanità fragile, ferita. Ma attenzione, anche – continua il fondatore di ‘Libera’ – per lo specifico tema delle mafie, della corruzione, delle tante forme d’ingiustizia che negano la dignità umana. Voce di una chiesa che salda il cielo e la terra e che della denuncia fa annuncio di salvezza”.
Federica Cirillo