Lo scorso martedì, una maestra, in una scuola materna di Bari, è stata chiusa in uno stanzino e picchiata da due donne, parenti di una mamma che avrebbe accusato l’insegnante di trattare la sua bambina in modo diverso rispetto agli altri compagni di classe. Volutamente omettiamo il nome della scuola e il quartiere della Città per non danneggiare oltremodo l’immagine di un Istituto che non merita l’onta di un simile episodio, a fronte di un costante impegno a favore dei bambini e della Città di Bari.
Esprimiamo la nostra più viva solidarietà nei confronti dell’insegnante che ha subito una violenza morale enorme, prim’ancora di quella fisica che comunque offende e umilia un onesto servitore dello Stato. La povera maestra sicuramente resterà segnata per sempre da questo vile gesto.
E’ bene ricordare che i docenti della Scuola Italiana, per stipendi da “morti di fame”, devono combattere ogni giorno, in prima linea, l’ignoranza di studenti spesso svogliati e non interessati allo studio e, ancor peggio, quella di famiglie che con troppa frequenza ormai, non riconoscono e non rispettano più il ruolo sociale e imprescindibile degli insegnanti e della Scuola.
Simili gesti incivili sono sintomo di una società malata che alimenta se stessa con la presunzione di chi crede che facendosi giustizia da soli si risolvono i propri e gli altrui problemi. E’ ovvio che non è così! Ma questo, chi non ha un minimo di cultura e di sensibilità sociale, non può comprenderlo. Ci vuole rispetto per chi cerca, a fatica, ogni giorno, di elevare il livello culturale della Città e del Paese. Quand’anche un docente commettesse un’ingiustizia o un reato nei confronti di un minore, esistono procedure legali per ottenere “giustizia”. Nulla, ma proprio nulla, può giustificare un comportamento violento, soprattutto se perpetrato durante l’orario scolastico, magari alla presenza di minori che popolano in quel momento le aule e i corridoi di un edificio che invece dovrebbe promuovere benessere, gioia negli apprendimenti e voglia di crescere bene. Mai come ai nostri giorni la Scuola si pone sul territorio, soprattutto in alcuni quartieri segnati culturalmente e socialmente, come presidio di Cultura e valorizzazione dell’uomo.
Antonio Curci