(NAP) « All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora: chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso pertuso: chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”. N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno. » |
(IT) « All’ordine Facite Ammuina, tutti coloro che stanno a prua vadano a poppa e quelli a poppa vadano a prua; quelli a dritta vadano a sinistra e quelli a sinistra vadano a dritta; tutti quelli sottocoperta salgano sul ponte, e quelli sul ponte scendano sottocoperta, passando tutti per lo stesso boccaporto; chi non ha niente da fare, si dia da fare qua e là. » |
E’ stato scientificamente dimostrato che lo spassoso “facite ammuina” sopra riportato, non è in realtà ascrivibile alla Real Marina del Regno delle due Sicilie – anzi corpo di tradizione e dignità pluricentenaria la cui organizzazione in seguito all’unità d’Italia ha dato vita a nuovi gioielli come nientedimeno che l’Accademia Navale di Ritorno – ma sia in realtà ideazione di un Ufficiale Ex-Borbonico, passato ai Piemontesi, il quale forgiò tale rigoglioso sunto della peggiore Italia per evitare il ripetersi di spiacevoli punizioni sostenute a seguito di un indecoroso poltrire nelle ore di servizio.
Secondo le malelingue, ma ormai questa volta su suggerimento parrebbe del malcontento popolare sempre più ribollente, l’attuale Governo rispecchierebbe appieno l’ammuina.
In un vorticoso andirivieni, tutti s’affannano a fare questo o quello, a riorganizzare e pianificare e suggerire e muoversi in un vorticoso big bang di idee apparenti e quasi immediata azione; ad un occhio, anzi a migliaia e forse milioni di occhi, più l’avventura di questo Governo va avanti, più le evidenze dimostrano che la sussistenza di un generale andirivieni non genera purtroppo alcun movimento della nave.
Anzi.
Forse in caso di una nave insabbiata sarebbe il caso di alleggerire il carico, in primis dell’equipaggio non strettamente necessario, per tentare un qualche disincagliamento.
Invece, parrebbe, nella ammuina ci si mette un po’ di tutto: l’abolizione dell’articolo 18 e dunque di decenni di lotte sindacali, il ridare alla mano destra ciò che virtualmente già la sinistra detiene (volgarmente, il TFR), oggi addirittura si paventa una interrogazione su di una partita di calcio.
Già li immaginiamo, gli investitori (alias mercanti alla banchina in attesa di scegliere il naviglio migliore), l’unica vera fonte di rilancio di fresco capitale circolante in questo ormai asfittico – al pari della stiva di una puzzolente nave arenata – mercato tricolore; li immaginiamo ridere, anzi sghignazzare, mentre da poltrone scomode di gente fattiva, di analisti del risultato e non della teatralità goffa e – questa sì – bambocciona, dietro le lacrime sulle gote insomma, volgendo lo sguardo altrove nascondono considerazioni forse ciniche e in ogni caso comunque amarissime.
Tanti sarebbero gli argomenti veri: riforma della giustizia societaria, drastico ribasso della tassazione d’Impresa, incentivi alle assunzioni e alla microimprenditorialità diffusa. Di proposte, vere, probabilmente i marinai rimasti a terra, o magari i rematori sottocoperta, ne hanno eccome.
Così, mentre in stiva l’acqua già arriva alle caviglie, sovracoperta si fa ammuina.
Ammuina, una storiella divertente: finchè non si parla del Titanic.
Roberto Loporcaro