Volano detriti in questi cieli instabili
crollano certezze in questi tempi fragili
– ‘Di una capannina trovata sul balcone’, Mauro Carella [ Amartìa ]
NEW YORK, 7.15 A.M. : IL SOLE SPLENDE ALTO NEL CIELO NEWYORKESE
Greg Trevor arriva al lavoro presto quella mattina.
È solito arrivare tra le 9:30 e le 10, ma l’11 settembre tenta di giungere al lavoro prima per evitare il traffico dell’ora di punta.
Greg è un dipendente dell’ Autorità Portuale di New York.
Orio Palmer è già sul posto di lavoro da quasi un’ora e mezza.
Essendo un pompiere non può permettersi colazioni comode e lunghe dormite, anche se gli sarebbe piaciuto farlo.
Pensa che la domenica è vicina e potrà godersi la sua famiglia.
Sujo John e sua moglie lavorano al World Trade Center
Hanno ancora del tempo da dedicare ai loro figli prima di andar via.
Lei però, è sempre in ritardo.
George W. Bush è il Presidente degli Stati Uniti d’America, ha molto lavoro arretrato e non è riuscito a dormire bene la scorsa notte.
Decide di ordinare un caffè prima di rimettersi al pc.
Hamza al-Ghamdi e suo fratello Ahmed prendono un taxi fino al Logan International Airport, dove si imbarcano sul volo UA 175 da Boston a Los Angeles.
Il loro lavoro prevede che debbano perdere la vita, ma ormai sono addestrati: è arrivato il momento di dimostrare fedeltà ad Al-Qaeda.
NEW YORK, 8.46 A.M. : UNA NUBE DI FUMO COPRE IL CIELO NEWYORKESE
Greg Trevor è in piedi dietro la sua scrivania al 68° piano della stessa Torre. Viene quasi scaraventato a terra dall’impatto del primo aereo, che si schianta contro la facciata nord a più di venti piani sopra di lui . Sente un forte tonfo, seguito da un’esplosione. Ha la sensazione che l’edificio si sposti di circa tre metri verso sud. Poi si muove in senso opposto, verso nord, e ora trema avanti e indietro. Fuori dalla finestra vede una parabola di fiamme precipitare verso il suolo, seguita da un turbinìo di carta e vetro. A quel punto sente due diversi suoni: le sirene d’emergenza dalla strada e i telefoni che suonavano su tutto il 68° piano. Sono le chiamate dei giornalisti che chiedono cosa sia successo.
Orio Palmer è a capo di una squadra di vigili del fuoco e, capita la situazione, riesce a salire al 78º piano della seconda torre nel tentativo di liberare le persone intrappolate. Nel frattempo, cerca di ricavare registrazioni audio e video. Nella sua testa l’estremo tentativo di salvare chi era ancora vivo: non ce la farà.
Sujo John è sepolto sotto un cumulo di macerie. Crede di non farcela. L’edificio ondeggia e sente chiaramente di essere inclinato tutto a sinistra, mentre il fuoco rende sempre più difficile l’accesso alle scale. Decide di non gettare la spugna e si fa strada tra le macerie.
Sua moglie quella mattina arriva al lavoro pochi istanti dopo lo scoppio del secondo aereo, e non le è permesso entrare.
George W. Bush viene portato via e messo in sicurezza, il Paese è sotto attacco.
Hamza al-Ghamdi e suo fratello Ahmed, dirottato l’aereo sul quale erano imbarcati, perdono la vita assieme agli altri passeggeri.
Orio, Hamza, Ahmed morirono assieme ad altre 2966 persone quel martedì.
In quegli istanti non fu più importante capire chi fosse vittima e chi carnefice, la morte aveva eliminato le differenze e reso ogni cosa indistintamente uguale.
NEW YORK, 11 SETTEMBRE 2017, 8.45 A.M.: IL SOLE TENTA DI SPLENDERE NEL CIELO
Sulle ceneri delle Torri Gemelle si staglia la Freedom Tower (la Torre della Libertà), ad oggi, il terzo edificio più alto al mondo; quella stessa libertà sottratta 16 anni fa a più di 2500 persone.
L’11 settembre 2001 resterà una cesura epocale nella storia dell’umanità per i contraccolpi che si avranno nell’economia e nella guerra al terrorismo. Il resto è storia, ma non per tutti: c’è chi porta ancora le ferite dell’accaduto; ma per la maggior parte del mondo la vita continua, come sempre.