In più occasioni abbiamo denunciato le carenze che si aggravano ogni giorno sul piano dell’assistenza domiciliare dei malati cronici. La denuncia del Presidente dell’Ordine dei Medici di Bari ne è un ulteriore ed autorevole conferma. La Regione Puglia è all’ultimo posto come servizi alla persona con percentuali irrisorie sui Livelli Essenziali di Assistenza, i LEA. Con una statistica del 33% con buona pace dell’Assessora alla Salute Gentile che si arabatta con scuse risibili, volendo e non potendo smentire i dati ISTAT. A ciò, anche se cerca di divincolarsi, si aggiunga le precise responsabilità di Vendola che blatera di diritti dei cittadini e poi si gloria di aver chiuso ventuno ospedali, sopresso duemiladuecento posti letto ed estinto l’iter per i controlli sulla spesa sanitaria. C’è poco da giorire. Basta farsi un giro negli ospedali. Qualche esempio: al Policlinico chiusura dell’ambulatorio di Medicina Nucleare per mancanza di personale, blocco in molti reparti dell’attività ambulatoriale, sempre per gli stessi motivi. Idem per il Di Venere: provino lor signori a richiedere una visita ginecologica, se ne parla a settembre. Per non parlare delle lunghe lista d’attesa per essere operati. E che dire dell’Anatomia Patologica del Di Venere a cui è stata interdetta la facoltà di diagnosticare i cancri con serie possibilità di rendere vane le cure? E la magistratura che fa davanti all’effettiva possibilità di mettere a rischio la vita delle persone? Nulla. Toccare la dirigenza dell’ASL di stretta osservanza di sinistra? Manco a parlarne, altrimenti rischi di fare la fine di alcuni magistrati trasferiti in altre sedi.
Per non parlare, e l’abbiamo denunciato più volte, dei tagli all’assistenza domiciliare ai disabili. L’obiettivo finale? Mi diceva un neurologo dell’ASL che si mirava alla totale soppressione dell’assistenza fisioterapica erogata a domicilio ed affidarla ad un parente o ad un badante, insomma a chi è vicino a tali malati che certo non hanno alcun strumento culturale o pratico per alleviare le sofferenze di questi poveri cristi.
E’ facile dunque essere in attivo in tema di sanità, dove chi predica un’ attività solidaristica, in realtà, agisce con criteri ragionieristici: quarantuno milioni di attivo. E il dottor Vincenzo Pomo, tra i responsabili dei tagli dolorosi, se ne fa un vanto. Dopo che il malato è morto, dopo che la Regione, le ASL ti negano l’erogazione di farmaci salvavita per malattie rare o al limite te ne forniscono quantità limitate, dopo che negli ospedali mancano i farmaci essenziali, dopo che anziani con pensioni ridicole rinunciano a curarsi, scegliendo un più immediato congedo dal mondo perchè si pagano quasi tutti i farmaci e i disabili sono messi sempre più ai margini, annunciano assunzioni di personale tra medici ed infermieri. Nel frattempo i soldi sprecati per l’edilizia sanitaria inutile non mancano mai, lì i debiti non contano, anzi con lavori eterni si accordano adeguamenti degli importi. Basta vedere del resto i cartelloni affissi all’interno del Di Venere per vedere l’esborso per un cantiere di sedici milioni, per un altro di un milione e settecentomila. Sono prezzi congrui? E chi lo può dire? La Regione? Ma che scherziamo? Non si tocca gli intoccabili. E il tutto scorre senza controlli e senza una spiegazione.
Assessora Gentile aveva iniziato bene. Ora non la vediamo più girare per gli ospedali pugliesi. E’ stata richiamata all’ordine? Il Presidente dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli ha ragione ed abbia l’umiltà di fare mea culpa. E nessuno di noi sa cosa vota il Presidente Anelli.
E le responsabilità risiedono in pancia degli Amministratori regionali di maggioranza con il loro silenzio complice e anche in seno dei membri dell’opposizione che nominarono illo tempore gli attuali tecnici e fedeli servi di un potere bipartisan , confermati da Vendola, principali artefici di questo scempio e della destrutturazione della sanità pubblica. E le pietose bugie di costoro vanno svelate. Lo dobbiamo a chi non ha voce.
Leonardo Damiani
Medico