“Strega santona”, “dea dell’ amore e dea della discordia”… sono alcuni dei diversi epiteti che ironicamente Carmine Castoro ha affibbiato alla donna che da il titolo al suo libro: Maria De Filippi.
“Maria De Filippi ti odio” (Caratteri Mobili) è stato presentato oggi alla Feltrinelli: un saggio filosofico audace e spiritoso, che analizza il modo di approcciarsi alla tv delle nuove generazioni…o meglio, della società odierna. Poichè non soltanto di giovani si tratta: Castoro fa notare come l’ antico binomio vecchiaia-sapienza, venga quotidianamente smentito dalla magra figura che persone ultrasessantenni, prendendosi a parolacce, fanno in uno dei tanti intelligent-show della De Filippi: Uomini e donne.
Audience altissimo, così come gli altri suoi programmi…La “strega santona” troneggia nei palinsesti Mediaset; dal lunedì alla domenica siamo certi di trovarla lì, a dirimere questioni pseudo-reali di amori ipotetici e talenti nascosti (“arte ridotta a telesimpatia”, li ha definiti lo scrittore).
Ma il metodo-De Filippi ha contagiato buona parte degli autori televisivi- ha fatto notare il moderatore dell’ incontro- ed è questa la cosa più preoccupante: ci regala una miriade di programmi che rientrano nella nota tvspazzatura, che tutti criticano, ma a cui nessuno (o quasi) rinuncia. Non si tratta di abolire la televisione, no. Bisogna riscoprire il gusto di prodotti sani…proprio così, perchè quella tv è malata e ci ammala.
Un’ interessante riflessione è stata fatta da Castoro: perchè programmi intelligenti, taglienti se vogliamo, che registrano uno share altissimo (ad esempio le quattro puntate di Fiorello, che ha fatto un baffo al Grande Fratello) fanno comunque fatica ad entrare stabilmente nella programmazione? Forse che qualche burattinaio ci voglia ipnotizzati? Forse che sarebbe pericoloso cambiare gusti televisivi?
Cantava Renzo Arbore “Tu nella vita comandi fin quando hai stretto in mano il tuo telecomando”… ma, a quanto pare, neanche questo misero potere abbiamo più. Allora riprendiamoci il potere di decidere – esorta alla fine Castoro- impugniamo gli strumenti della democrazia: urliamo, scriviamo, leggiamo.
Come nella scena di “The Truman Show”, quando nel finale, non avendo una vita privata a cui assistere annoiato, lo spettatore prende in mano un libro e cambia espressione. Allora, un buona volta, accantoniamo questi prodotti di sub-cultura e riprendiamo quel libro che fa la polvere sulla mensola: sarà molto più gratificante.
Claudia Morelli