E alla fine arrivarono anche le manette. Quelle che sono scattate stanotte intorno ai polsi di Andrea Masiello, ex calciatore del Bari ora in forza all’Atalanta, e di una ventina di altre persone, per le note vicende delle partite pilotate, un “pasticciaccio brutto” che rischia di screditare totalmente e irrimediabilmente il campionato calcistico della massima serie. Non che la notizia colga l’opinione pubblica impreparata: che il campionato di serie A della scorsa stagione fosse stato falsato erano in tanti a sostenerlo. Come erano in tanti ad avere più di un sospetto su alcuni risultati del Bari, soprattutto a fine stagione, a retrocessione ormai acquisita. Sospetti che si sono tramutati in certezze, grazie al lavoro degli inquirenti ma anche per le (parziali) ammissioni degli stessi giocatori coinvolti. Come per il derby con il Lecce, vinto dall’undici salentino in casa del Bari e nel quale lo stesso Masiello aveva segnato una clamorosa autorete, intascando, secondo l’accusa, 300mila euro per la combine. O come le partite con Cesena, Sampdoria, Palermo, Chievo e Udinese, quest’ultima finita 3-3, nella quale i giocatori si sarebbero accordati scommettendo l’over (partita con più di tre gol).
Stando alle indiscrezioni, lo scandalo delle partite truccate, che vede coinvolti anche personaggi equivoci come il famigerato “gruppo degli zingari”, intorno a cui orbitava gran parte del sistema del calcioscommesse, rischia di allargarsi a macchia d’olio, coinvolgendo altri calciatori e club della massima serie. Quello che però desta più scalpore è che, stando agli inquirenti, sarebbe implicata nel giro una parte della stessa tifoseria biancorossa, che spesso scommetteva contro la propria squadra facendo addirittura pressioni sui giocatori affinché perdesse.
Iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Bari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, sono finiti Daniele Portanova (Bologna), Alessandro Parisi (Torino), Simone Bentivoglio (Sampdoria), Marco Rossi (Cesena), Abdelkader Ghezzal (Cesena), Marco Esposito, Antonio Bellavista e Nicola Belmonte (Siena). Compaiono anche i nomi di Angelo Iacovelli, il factotum barese, di tre ristoratori (Nico De Tullio, Onofrio De Benedictis e Francesco De Napoli) ritenuti complici dei calciatori, e dei loro amici: Arianna Pinto, Giovanni Carella, Fabio Giacobbe, Victor Kondic lo “zingaro”, Leonardo Picci e l’albanese Armand Caca. Ma la sensazione che si ha, è che questo sia ancora l’inizio.
nicola papa