Federconsumatori e Adusbef hanno lanciato il grido d’allarme: nel mese di dicembre avremo tredicesime ancora più leggere rispetto a quelle del 2012. Gli italiani perderanno circa 300 milioni di euro rispetto alla tredicesima dello scorso anno. Ciò che resterà a disposizione delle famiglie andrà via per il 90,9% in tasse, bollette e mutuo.
A perdere maggiormente saranno i lavoratori pubblici (-1,1%), seguono i pensionati (-1%) e infine i lavoratori del settore privato (-0,6%). Al netto delle perdite e dei pagamenti “comandati” resteranno nelle tasche degli italiani circa 3,1 miliardi, appena il 9,1%.
Ci aspetta quindi ancora un Natale assolutamente sotto tono, ma stando ai dati di una ricerca di Confcommercio, il 90% degli italiani non rinuncerà allo scambio dei regali. Il consiglio è allora quello di spendere bene i nostri soldi acquistando solo prodotti Made in Italy. Sosterremo in questo modo le aziende italiane, troppo ferite dai graffi della crisi.
Anche per i cenoni e i pranzi è auspicabile orientare le nostre scelte alimentari sui cibi di casa nostra, puntando sul buono, genuino, sano ed essenziale. Laddove è possibile sarebbe preferibile acquistare prodotti a Km 0, cioè quei generi alimentari la cui vendita avviene in zone molto prossime a quella di produzione. Prodotti freschi e locali quindi, in alternativa a quelli della grande distribuzione organizzata. La filiera corta, lo ricordiamo, punta alla riduzione dei passaggi intermedi fra il produttore ed il consumatore, che si traduce in un netto abbattimento delle spese legate alla distribuzione e al trasporto.
E allora ci aspetta proprio un Natale povero? Niente affatto!
La ricchezza del Natale (ma di ogni periodo dell’anno) la determiniamo con le nostre scelte, soprattutto dando valore alle persone e agli affetti. Un Natale con meno grassi e meno lussi, questo sì… ma con più abbracci, sorrisi, solidarietà e rapporti umani, autentici e sinceri.
Cibi più poveri per cuori più ricchi!
Sarebbe davvero un dolcissimo Natale se riuscissimo a preparare i vari pranzi e cene insieme alle persone care e magari anche a quelle che sentiamo più distanti. Potrebbe essere un buon motivo per ricostruire relazioni perse nel tempo. In cucina, oltre ad accendere i fornelli, potremmo scoprire che non è poi così difficile accendere anche la fiamma dei nostri cuori. Non è romanticismo, ma un realissimo bisogno dell’uomo contemporaneo che da tempo, evidentemente, ha smarrito il senso della vita e la gerarchia dei valori.
Per quanto riguarda i regali, certamente è bello scambiarsi un dono, un pensiero. E’ meraviglioso poter dire alle persone care: “Tu esisti, sorridi, ti voglio bene!”, ma il regalo più prezioso che possiamo fare innanzitutto a noi stessi è il tempo donato agli altri. Fermiamoci e riappropriamoci di tutti quei minuti, quelle ore, a volte anche quei lunghissimi periodi fagocitati dalla fretta di tutti i giorni e dalle nostre ambizioni. Il tempo che ci sfugge non ritorna più indietro e quello che passa e va, porta via con sé istantanee di vita che non potremo più rivivere, se non nei nostri sbiaditi ricordi.
Lo abbiamo detto tante volte, lo ripetiamo: secondo un’antica tradizione cinese la parola crisi si traduce con l’ideogramma “Wej-Ji” che significa pericolo e opportunità. Bene, la crisi attuale può rappresentare la grande opportunità per riscoprire se stessi, quello che conta davvero e il fine ultimo della nostra stessa esistenza.
Per queste cose, grazie a Dio, non c’è crisi che tenga!
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it