Titolo: A Sara e alle altre donne
Collana: paginealtre
Autore: Antonio Bello
Pagine: 56
Anno 2012
ISBN: 978-88-6153-249-6
Prezzo: € 7,00 € 5,95
Edizioni: la Meridiana
Myriam, quante cose avresti da insegnarci! Troveremo anche noi la sensibilità di costituirci sentinelle della vita indifesa, il coraggio di uscire ai canneti prudenziali dietro i cui cespugli consumiamo le nostre paure, e l’intelligenza propositiva nell’indicare il “latte” per i bambini che muoiono di fame?
(da Profumo di donna. Lettera a Myriam)
Nell’Antico Testamento le donne, ad eccezione delle prostitute, si nominano ricordandole come sorelle, mogli e figlie di qualcuno. In alcune sue lettere, invece, Antonio Bello – conosciuto semplicemente come don Tonino, già vescovo di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi – racconta la loro storie, ripercorre le vicende che al loro tempo le portarono agli onori della cronaca e della citazione biblica. Non fa un’esegesi del Testo sacro. Piuttosto descrive la loro vicenda umana di sofferenza e di ricerca di giustizia e verità, talora di contestazione del diritto divino in nome del diritto alla vita. Perché altrimenti, dopo aver letto le sue lettere, anche noi continueremmo a ricordarle come figlie, mogli e madri.
A Sara e alle altre donne (collana paginealtre, pp. 56, Euro 7,00), la novità delle edizioni la meridiana di Antonio Bello, raccoglie alcune lettere facenti parte del più ampio testo ‘Ad Abramo e alla sua discendenza’, composto dalle lettere inviate da don Tonino a protagonisti dell’Antico Testamento. Sono state qui estrapolate per il lettore quelle che hanno come destinatarie e protagoniste le donne. Sono state estrapolate e raccolte perché, assieme a quelle indirizzate a Mosè, Giuseppe, Aronne, tendono a sparire. Oggi è ancora così: bisogna creare una zona franca perché ci si accorga delle donne.
Don Tonino però, scrivendo anche a loro, aveva di certo intuito che la dignità non è questione numerica e nemmeno di rappresentanza o di alternanza. È degli uomini tutti e delle donne tutte. E la fanno gli uni e le altre. Non bisogna essere ricolmi di grazia per possedere la ‘Verità’. Aveva forse capito che la pari dignità è questione di riconoscimento dell’altro così come è. Vale per le donne, ma non solo per loro.
Non vorremo però anche noi, come lui scrive a Myriam, essere accusati «di aver fornito imprudentemente ai circoli femministi pericolosi argomenti biblici, strumentalizzabili per le loro rivendicazioni». Però vorremmo che queste pagine fossero usate, e che le usassero soprattutto le donne, per fare battaglie in cui si riconosca la dignità a ognuno e ovunque, al di là delle quote e delle appartenenze. Perché la salvezza è universale: la facciamo tutti ed è un diritto di tutti.
Edizioni La Meridiana