Sono circa quindici anni che pavento il rischio che l’Acquedotto Pugliese, orgoglio della nostra regione in Europa e nel mondo, possa essere affidato ad una gestione privata nelle mani di qualche multinazionale svizzera o francese. Oggi, nella presentazione del bilancio 2012, i revisori dei conti “suggeriscono” che sarebbe meglio privatizzare l’azienda. Vorremmo chiedere a questi signori che hanno attestato la positività del bilancio aziendale AQP se quello che hanno affermato e fatto pubblicare sui giornali, abbia un senso logico. Negli anni passati sostenni purtroppo da solo una battaglia contro la privatizzazione del monopolio dello Stato che rinunciava di fatto alla produzione delle sigarette italiane, dando così l’avvio alla fine della tabacchicoltura italiana e delle manifatture che sono state tutte chiuse, così come modestamente avevo previsto. Da solo non conti nulla e se poi si considera la trasversalità strisciante tra i partiti, con un colpo di spugna si viene cancellati, così come purtroppo è accaduto al sottoscritto. Per l’acquedotto Pugliese è in atto un disegno che per certi aspetti può sembrare fantasioso, anche perchè lo stesso ente che trasporta in Puglia la nostra meravigliosa acqua, potrebbe imbottigliarla alle fonti e venderla incamerando con poca spesa una sacco di milioni da investire nella ristrutturazione della rete di distribuzione che come tutti sanno, è un colabrodo. La ipotetica privatizzazione è una follia sotto l’aspetto razionale ma è un obiettivo di chi sa cosa significhi gestire l’acqua da bere; solo l’AQP sembra non averlo compreso, oppure non vuole fare concorrenza alle acque minerali o presunte tali; ma su quest’altra vicenda il ministero della salute dovrebbe esprimersi con la necessaria chiarezza. Quindi Acquedotto Pugliese nelle mani pubbliche per scongiurare i soliti appetiti che rappresentano il naturale connubio tra politica e le multinazionali; il resto ,cioè noi, non contiamo nulla.
Lucio Marengo
esattissimo, profetico.