È morta ieri per cause naturali, all’età di 85 anni, Shirley Temple, l’enfant prodige di Hollywood. Attirice e ballerina talentuosa sin dalla tenera età di cinque anni, Shirley Temple è stata protagonista di numerosissimi film mostrandosi capace di eseguire complicate coreografie di tip tap. Piccola star di successo di molte pellicole degli anni ’30 rappresentava il segno di ripresa e l’incoraggiamento degli americani per uscire dalla crisi, incarnando il segno di ripresa del New Deal. Così si esprimeva il Presidente F.D Roosevelt: “finché il nostro Paese avrà Shirley Temple, noi staremo bene”, intravedendo nei suoi “56 boccoli perfetti” la determinazione e l’immagine opposta a quella dei tanti bambini americani smunti e segnati dalla povertà. In origine la piccola Temple aveva i capelli castani che mutò in boccoli biondi e perfettamente ricci. Un look curato e sbarazzino che non poteva non farsi amare. Nota per pellicole come Riccioli d’oro, Un angolo di Paradiso e La piccola ribelle, rappresentava la saggezza e la maturità adulta nell’affrontare i problemi dietro il suo viso d’angelo e movenze infantili. Fu Shirley Temple a consegnare l’Oscar a Walt Disney nel 1937 per Biancaneve e i sette nani. Shirley Temple ha prestato il suo nome, famoso in tutto il mondo, anche a cocktail analcolico. Ritratta da Salvador Dalì e oggetto di un collage di un giovane Andy Warhol (forse la sua prima opera), è stata anche ambasciatrice Usa dell’Onu in Cecoslovacchia e Ghana. La Temple ha vissuto gli anni d’oro della 20th Century Fox e perdendo il ruolo della protagonista Dorothy per il Mago di Oz, per la mancata concessione della casa cinematografica di girare un film con la rivale MGM. È stata anche in modo polemico l’antesignana del lolitismo durante il passaggio verso l’adolescenza, proprio quando iniziava ad abbandonare le sembianze infantili per assumere quelle di donna. Così si spegne in modo naturale una figura emblematica della Hollywood classica degli anni ’30 che ha fatto scuola.
Giuseppina Raco