Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del dott. Gennaro Volpe (Scienza e Vita) che esorta i giovani ad essere esempio di un Nuovo Rinascimento dell’Accoglienza e della Vita.
in un periodo in cui i “nostri ragazzi” sono dediti agli Esami di Maturità e vivono ore di trepidazione, che ricorderanno per tutto il resto della loro vita, a me, dall’alto dei miei sessanta anni, viene spontaneo riflettere sul loro futuro. Cosa seguirà all’epoca dei network, madre e padre/padroni di una società liquida, che prepotentemente si è sostituita ad un’era, quella degli anni ’70-’90, caratterizzata da contenuti per i quali valeva la pena di “continuare” a vivere, a costruire, a creare futuro? Nello sfogliare i giornali del mattino, lentamente ma prepotentemente alle notizie segue un malumore penetrante, che mi accompagna per il resto della giornata, e non vedo come potrebbe essere altrimenti. Infatti analizzo il primo titolo,”Morti in spiaggia tra gli indifferenti”, a cui segue“Travolge un carrozzino e non presta soccorso, perché privo di assicurazione”, …. e l’elenco di queste notizie potrebbe continuare per altri venti minuti. Non scendo nei particolari, ma mi domando,”in che società viviamo? È possibile che i fabbisogni quotidiani nell’immediato (non si arriva più al 20 del mese con lo stipendio percepito) e le distanze tra i giovani dettate dal web, ci hanno trasmesso un’aridità di sentimenti da trasformare le acque salutari e dissetanti di un fiume in piena in quelle stagnanti di un lago abbandonato. Non lasciamo che i nostri giovani si dissetano alla fontana di un’Internet, divenuta padre padrone dell’assenza di contatto umano. Abbiamo bisogno di guardare i nostri interlocutori negli occhi, per arricchirci della loro umanità. L’Indifferenza: non facciamola diventare uno stile di vita.
E che dire della “Cultura della Morte”, che quotidianamente ci pervade attraverso le notizie dei giornali, attraverso le clips della televisione e, non ultimi, i film.
Se l’immobilismo dei giovani Turchi nelle piazze della rivolta in difesa della democrazia (che tanto ricorda “la non violenza”utilizzata da Ghandi per affermare le ideologie in difesa della pace del popolo indiano) propongono un’immagine costruttiva della lotta contro il giustizialismo strisciante di un governo teocratico, come reagiranno i nostri giovani al furto del loro futuro, che si va perpetrando in questi anni? Non sarà facile disintossicarsi, guarire, tornare a camminare con energia, lasciandosi alle spalle la frammentazione imperante generata dal dio Capitalismo. Il futuro è raggiungibile solo attraverso la riorganizzazione di quel tessuto connettivo che può dare la possibilità alle persone di tornare a pensare autonomamente e reagire in modo sinergico e condiviso. Come scrive don Andrea Gallo: “è inutile avere le mani pulite se poi le teniamo in tasca”. Caro Direttore, è imperativo fermarsi e riflettere. Ridisegnare “un futuro di speranza” vuol dire impegnarsi ad “ascoltare le giovani generazioni”, anche se Vivere nel futuro non può prescindere dal vissuto del passato, dalla esperienza di coloro che continuano a ripetersi, “ci sono stato”, “sono già riuscito a superare ………”, “posso dire che…..”. I valori che vanno recuperati per ricompattare e ricostruire nel futuro sono l’amore della verità, la ricerca delle cause dell’ingiustizia, la cura dell’ambiente, il rispetto della democrazia, l’elogio delle differenze, l’uso dell’intelligenza creativa e la ricerca dell’allenamento nella spiritualità. La gente è addormenta dal punto di vista sociale, ma i giovani devono svegliarvi!!!!!!! Fortunatamente leggo una bella notizia:”Una bambina partorita sul barcone dei migranti”, alla neonata è stato dato il nome di Nojian, che significa “Nuova Vita”. Cerchiamo nel Futuro che consegniamo ai nostri ragazzi nuove Nojian,”Nuove Vite”, degne di essere vissute!!
Gennaro Volpe
“Scienza e Vita” – Casamassima
B E L L I S S I M O