Sono drammatiche le percentuali rese note da uno studio incrociato del Cnr e del Dipartimento politiche antidroga. Ad accendere i riflettori su questo vero e proprio cancro del mondo giovanile italiano è stato Matteo Iori, presidente del Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo (Conagga), durante la sua relazione in un convegno tematico. Il 12,2% dei maschi tra i 15 e i 19 anni gioca d’azzardo e per il 5,6% di essi si può già parlare di gioco patologico. Il 47% degli studenti ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno e tra questi ben 650.000 erano minorenni.
Tutto questo, all’indomani dell’aprovazione in Senato di una norma grazie alla quale “il governo ridurrà i trasferimenti alle Regioni e agli enti locali che emanano norme restrittive contro il gioco d’azzardo“. Lo stesso Letta ha ammesso che si tratta di un “errore” a cui il “Governo rimedierà”.
Duro il commento del Codacons: “Si tratta di una vera e propria istigazione al gioco d’azzardo, un gesto scriteriato da parte dei senatori che fa nascere più di un sospetto circa i rapporti tra la classe politica e le società del gioco, e impone alla magistratura di porre sotto indagine i singoli senatori che con il loro voto hanno deciso di gettare migliaia di cittadini in pasto alle dipendenze da gioco in un paese come l’Italia in cui il gioco è una vera e propria emergenza, con costi sociali pari a 7 miliardi di euro all’anno, punire gli enti locali che cercano di tutelare i cittadini e limitare l’insorgenza delle ludopatie può configurare veri e propri reati”.
E’ facile intuire, inoltre, che l’indotto che produce il gioco d’azzardo minorile coinvolge mondi giovanili legati al malaffare come la droga, la prostituzione e la criminalità. Il gioco d’azzardo necessita di danaro, tanto danaro, che i giovani, il più delle volte squattrinati, in qualche modo devono rastrellare. Se si considerano questi drammatici retroscena, diventa estremamente urgente cercare strategie che possano porre, nell’immediato, un freno e in prospettiva una soluzione definitiva a questo tremendo fenomeno che sta ammorbando i nostri giovani.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it