Alza la voce Beppe Grillo dalle pagine del suo blog contro quei giornali che ricevono sistematicamente i contributi statali per l’editoria. Il leader dei 5 stelle li definisce “giornali asserviti”. In un mondo che sta andando sempre più verso il digitale, soprattutto nel settore dell’informazione, accade che in Italia si assiste al “rilancio della carta stampata. Un mercato che sta scomparendo in tutto il mondo – dice Grillo – ma che in Italia, grazie alla lingua sovrasviluppata di una classe di pennivendoli, non conosce freni”.
E’ grave l’accusa lanciata da Grillo: la legge di stabilità per il 2013 ha previsto lo stanziamento di 137 milioni di Euro e quella del 2014 ben 175, in un Paese che è al “70esimo posto per la libertà di stampa, grazie a una serie di sovvenzioni dirette e indirette, all’occupazione militare dell’informazione”.
Secondo Beppe Grillo, qualsiasi “giornale vive se il lettore compra. Se il lettore non compra il giornale chiude”. Questa è una semplicissima “legge di mercato”, che però, stando alle accuse del leader dei 5 Stelle, “è una legge che per i giornalisti amici non si applica mai”.
Antonio Curci