Tutti ne parlano bene di questo nostro volontariato italiano che in ogni occasione da il meglio di se risolvendo grandi e croniche carenze organizzative e vuoti di organico della pur brava Protezione Civile. Anche in questa recente tragedia che ha colpito la bella Sardegna seminando morte e distruzione specie in alcune località dell’isola. Siamo comunque alle solite; i saggi del giorno dopo che prendono atto che forse ci sono state delle responsabilità nei mancati controlli dell’abusivismo dilagante che magari non si vuole vedere perchè non si pensa mai che certe avversità possono verificarsi con la violenza dei giorni scorsi. Siamo alle solite inchieste che si aprono e non si chiudono mai, ma puntualmente ogni anno in ogni parte della nostra Italia si verificano sempre le stesse conseguenze e gli stessi esborsi di somme ingenti necessari per la ricostruzione. Se gli enti territoriali non sono in grado di controllare il territorio, affidino le loro competenze ad altri, magari alle organizzazioni del volontariato che sono sempre pronte ad intervenire a costo zero. Il Governo faccia qualcosa in questo senso perchè le Regioni hanno mostrato la loro incapacità nell’organizzare la Protezione Civile che fa quasi sempre affidamento sulle Forze Armate ma che nel caso della Sardegna non sono state impegnate. Il servizio di Protezione civile volontario, gestito localmente dai comuni, dovrebbe predisporre accertamenti continui del territorio, con particolare riferimento alle possibili vie di deflusso delle acque spesso intasate da grandi quantità di rifiuti e non di rado da costruzioni abusive poi sanate, ma sempre pericolose. Auguriamoci che non ci sia più un’altra Sardegna e si lavori per prevenire le distruzioni quando ciò è possibile. Dobbiamo però prendere atto che anche per queste recenti tragedie la mano dell’uomo, in senso negativo, si è fatta notare.
Pierfranco Marengo