Protezioni mafiose nell’azienda per i trasporti pubblici di Bari, che da oggi è sottoposta a un provvedimento di amministrazione giudiziaria. E’ quanto emerge dalla mega inchiesta che, oggi 26 febbraio, ha portato all’arresto di 130 persone, tra i quali diversi esponenti dei clan baresi e anche personaggi politici, svelando un presunto scambio mafioso elettorale alle Comunali del 2019.
Per le estorsioni nei confronti dell’Amtab sono indagati, in particolare Massimo Parisi, Tommaso Lovreglio e Michele De Tullio, che – come si legge nell’ordinanza del gip Alfredo Ferraro – avrebbero imposto all’allora responsabile dell’area sosta dell’azienda (i fatti risalgono al 2018) «l’assunzione di persone vicine o comunque imparentate con il clan Parisi», «facendo riferimento alla necessità di rispettare una gerarchia di fatto all’interno dell’azienda» imposta «dal clan Parisi piuttosto che derivante da effettive cariche sociali», con la minaccia «di subire gravi conseguenze derivanti da un eventuale rifiuto». «Il presidente non è padrone – avrebbero detto gli indagati come risulta dagli atti dell’inchiesta – qui nessuno è padrone, c’è solo rispetto reciproco e basta». Ma le minacce avrebbero riguardato anche la non assicurazione della «protezione mafiosa sul territorio» al presidente Amtab. «Chi deve coprire in mezzo alla strada? A parole?», si legge ancora negli atti, comportamenti fatti per mantenere uno status quo favorevole all’organizzazione».
Questa operazione – ha commentato il procuratore aggiunto di Bari e capo della Dda di Bari, Francesco Giannella – «rappresenta ciò che è la mafia moderna, in un territorio nel quale agisce non soltanto in modo militare», sottolineando la «penetrazione dei clan nel tessuto sociale e le capacità di condizionamento politico». Le assunzioni imposte in Amtab sarebbero la dimostrazione del «modello quasi di welfare» portato avanti dal clan Parisi – ha concluso – per «assicurarsi la riconoscenza della popolazione».
“Da quando sono stato eletto sindaco ho fatto del contrasto alla mafia barese una battaglia quotidiana – commenta il sindaco Decaro -. Ho sempre sfidato a viso aperto e denunciato i clan. Ma è evidente che questo non è e non potrà mai essere sufficiente. Il lavoro, purtroppo, è ancora lungo e faticoso, e l’aiuto delle forze dell’ordine e della magistratura è determinante. Ora il consiglio di amministrazione di Amtab, affiancato dall’amministratore giudiziario con i suoi poteri straordinari, potrà fare definitivamente luce su tutte le opacità che riguardano l’azienda, facendo compiere alla città un altro passo verso la liberazione dal cancro della criminalità organizzata”.