Non c’è pace neanche per il Partito Democratico. Dopo la vicenda delle tessere, tocca all’ex leader Romano Prodi agitare le acque già mosse all’interno del PD. L’ex-premier annuncia di non voler votare alle primarie. “Non per polemica – dice Prodi – ma ho deciso di ritirarmi dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque, se voto alle primarie devo dire per chi, come e in che modo”. Fra l’altro il fondatore dell’Ulivo non ha ritirato, presso il proprio circolo, la tessera del PD. Gesto indubbiamente forte che manifesta la volontà di prendere le distanze da quello che è stato il suo partito.
Ancora polemiche ha suscitato il desiderio di Guglielmo Epifani di organizzare a Roma, verso febbraio-marzo, il congresso del Partito socialista europeo. Si sono rivoltati in blocco gli ex-popolari di Beppe Fioroni che per bocca dell’ex ministro hanno dichiarato: “Un blitz pericoloso e grave”, con cui “viene meno l’atto fondativo del Pd” che non prevedeva l’adesione del partito al Pse”. In un tweet lo stesso Fioroni dichiara che se Epifani dovesse perseguire la scelta di aderire al Pse, “lo scioglimento della Margherita è annullato di fatto”. Secondo l’ex ministro dell’Istruzione la volontà di Epifani di organizzare il congresso del Pse a Roma, “muta geneticamente il PD, annullando il partito di centrosinistra per farlo diventare di sinistra. Un errore gravissimo”. E’ fuori di dubbio che si intravede all’orizzonte una eventuale scissione degli ex-popolari dal partito di Epifani.
Botta e risposta, invece, fra Renzi e Cuperlo. Il sindaco di Firenze con una e.-mail inviata a 450.000 iscritti e militanti del PD, invita a difendere il partito e a votare per le primarie: “Nessuno si tiri indietro” dice Renzi nella sua lettera. Il riferimento al diniego di Prodi è abbastanza chiaro. “Il destino del nostro Paese – continua – è nelle mani di chi legge questa lettera, di chi va a votare, di chi fa delle proposte. Non tutto è spacciato, anzi. Il Pd deve provare a vincere per cambiare finalmente l’Italia. Senza gli intrighi del passato, dove quando abbiamo vinto abbiamo mandato a casa i nostri leader”. Circa lo scandalo delle tessere, il sindaco di Firenze è chiaro: “Chi in queste settimane spara nel mucchio dicendo che ci sono casi anomali nel tesseramento dovrebbe fare i nomi e i cognomi delle singole località. Altrimenti diamo l’impressione che 370 mila persone che vanno a votare sono 370 mila imbroglioni. Non e’ cosi. Se ci sono imbroglioni, si prendono e si cacciano. Ma non si fa di tutta un’erba un fascio”.
Immediata la replica dell’altro candidato alla Segreteria del Partito, Gianni Cuperlo: “Nessuno di noi vuole un Pd più piccolo e ortodosso, non sapremmo che farcene. Lo vogliamo aperto, largo, inclusivo, perchè la sinistra non esiste senza cambiamento. La forza della politica e della sinistra – ha concluso – è pensare il mondo come lo vorrebbe, che poi è la differenza che passa tra un istituto di sondaggio e l’identità di un partito, per questo non basta un leder solitario che sconfigga un altro leader, solitario quanto lui”. In riferimento a Renzi, Cuperlo dichiara: “E’ mia convinzione profonda che non si possa fare questo lavoro mentre fai un’altra cosa. Se ti candidi a cambiare tutto, nella sinistra e nel paese, non lo fai come secondo lavoro nei ritagli di tempo. Una politica senza simboli e senza anima si riduce alla tecnica. Che è cosa interessante ma non è politica. Questo simbolo del Pd è nostro, di tutti noi. Il ventennio va chiuso – sostiene Cuperlo – e la guerra deve finire anche per noi, deve finire il nostro ventennio e cambiare tutto. Dobbiamo riconquistare i principi e l’onestà della nostra parte. La notte va a finire, è quasi mattina, noi siamo l’alba”.
Sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra, il mondo della politica fibrilla. All’orizzonte si intravedono forti cambiamenti e forse una Terza Repubblica. La speranza di tutti è che sia migliore delle delle precedenti.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it