Il sottosuolo di Bari, continua a riservarci piacevoli sorprese. Tre antiche sepolture sono state ritrovate, pochi giorni fa, all’angolo tra via Sparano e via Putignani, all’altezza del Palazzo Mincuzzi, nel corso degli scavi del cantiere per il rinnovo della zona. Una particolare copertura è stata subito realizzata per permettere agli archeologi di svolgere il proprio lavoro. Le tombe, di cui una custodiva un bambino, sono state datate intorno al VI secolo, grazie al ritrovamento di un paio di orecchini ed alcune monete in rame. Dopo i rilievi in loco, i reperti sono stati trasferiti presso la sede della Soprintendenza per essere avviati al restauro, mentre i resti ossei sono stati affidati ad una squadra di antropologi per gli opportuni approfondimenti. Il lavoro degli archeologi non ha intralciato più di tanto le attività del cantiere che sono già riprese a pieno regime e che, per quel tratto, si dovrebbero concludere in una ventina di giorni, secondo le dichiarazioni dell’Assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso. Questo episodio segue di pochi mesi un altro importante ritrovamento archeologico nel sottosuolo cittadino. Infatti, l’estate scorsa, in giugno, durante gli scavi del cantiere per il rifacimento della rete fognaria bianca e nera, e della rete idrica, in strada Annunziata, sotto la Muraglia, è stata rinvenuta una vera e propria necropoli. Il sito, comprende una quindicina di sepolture datate tra il VII ed il X secolo. Anche in questo caso, dopo il sopralluogo dell’assessore Galasso e del direttore del Centro operativo per l’Archeologia di Bari, Francesca Radina, il lavoro degli archeologi è proseguito senza essere di ostacolo al completamento delle opere infrastrutturali, che sono continuate, seppur con le necessarie cautele. Più o meno nello stesso periodo, presso il cantiere dell’ex Mercato del Pesce, sono stati riportati alla luce i i resti dell’antico porto di età Rinascimentale. La scoperta è avvenuta nell’ambito dei lavori di riqualificazione previsti dal progetto per la realizzazione del Polo delle Arti Contemporanee, fortemente voluto dal Sindaco Antonio De Caro e diretto dall’architetto Anita Guarnieri. Data l’importanza del ritrovamento, il progetto originario è stato modificato, al fine di permettere la valorizzazione del sito a beneficio dei cittadini e dei sempre più numerosi turisti. In questo modo, le vestigia del porto Aragonese entreranno a far parte degli itinerari della Bari Sotterranea, che già da diverso tempo costituisce una delle più affascinanti attrazioni della città. Il direttore della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana, dott. Luigi Larocca non ha mancato di sottolineare quanto questi episodi rappresentano ciascuno un importante tassello per la ricostruzione del mosaico della storia della Città. È facile profetizzare che ci saranno in futuro altre simili scoperte, considerando che Bari insiste su un territorio abitato sin dalla remota antichità, i cui primi insediamenti, ritrovati nel Borgo Antico, risalgono all’Età del Bronzo (circa 4000 anni fa).