La fine ingloriosa di uno statista per motivi dubbi nella massima parte dei processi a suo carico comincerà a concretizzarsi subito dopo la sua decadenza da senatore e della perdita definitivamente della sua immunità parlamentare. Da quel momento un qualsiasi pm avrà la possibilità di metterlo in carcere in attesa dello sgolgimento di un processo che questa volta non avrebbe alcuna corsia privilegiata. Il Ministro Cancellieri si salva in extremisdalla sfiducia e dalle accuse circostanziate di aver favorito l’uscita dal carcere della figlia di Ligresti. C’è da credere che se le stesse accuse le avesse ricevute Berlusconi, sarebbe stato sicuramente sfiduciato. C’è da avere terrore di questa giustizia e di chi in nome di un popolo anonimo l’amministra in maniera discutibile. Le sentenze occorre rispettarle, ma da nessuna parte c’è scritto che bisogna per forza condividerle. Tolto di mezzo l’incomodo in qualsiasi maniera si scatenerà l’oligarchia, il caos, la lotta fratricida a tutti i livelli per conquistare il potere che è già nelle mani dei manovratori dell’economia e del potere giudiziario che dovrebbe essere urgentemente riformato. Ormai si può ipotizzare che anche questo governo Letta che si regge sulle stampelle del soccorso quasi pilotato degli alfaniani, abbia i giorni contati e forse a nulla serviranno le capriole di Napolitano per tenere in piedi un esecutivo che in nove mesi ha fatto zero riforme e le prospettive per il non lungo futuro ne sono conferma. Quindi Silvio Berlusconi rischia realtente di finire nelle patrie galere perchè, avendo già goduto dell’indulto, in caso di uova condanna rischierebbe di scontare l’una e l’altra pena. Francamente ci dispiace perchè vediamo i delinquenti in libertà, mentre gli assassini italiani e stranieri circolano liberamente in attesa di processi che sfortunatamente non hanno le stesse corsie preferenziali di quelli a carico del leader del centrodestra. Nessuno canti vittoria per questa ignobile cattiveria che però diventa un precedente che dovrà valere per tutti e segnerà una delle pagine più avvilenti della storia del nostro Paese.
Lucio Marengo