Selene e Vanessa, ormai fuori pericolo di vita, ma ancora ricoverate in ospedale, non hanno dubbi: l’uomo che la polizia, interrogandole, mostra loro in un fotogramma estrapolato da un video, somiglia molto a “lu maniacu”, un uomo di mezza età che per giorni le ragazze avevano visto stazionare di fronte alla loro scuola. Le guardava in modo strano, ma quando loro gli passavano accanto, abbassava lo sguardo. Ma il killer, colpevole dell’esplosione di un ordigno di fronte la scuola “Falcone Morvillo” di Brindisi e della morte di una sedicenne, è ancora in libertà. Si cercano tracce, si battono tutte le piste, non si esclude alcun indiziato. L’unico identikit che, per ora, la procura di Brindisi ha deciso di divulgare ritrae un uomo con il braccio sinistro offeso, di età tra i 50 e i 60 anni, magro, con i capelli brizzolati. Molte persone rispondenti a tale descrizione sono state fermate ed ascoltate. Ieri, sono stati sottoposti ad un interrogatorio due fratelli, uno dei quali con il braccio offeso e radioamatore e perito elettronico. I due vivono nella stessa casa, nel quartiere Sant’Elia, sono persone schive che non intrattengono rapporti col vicinato. Grazie ad un allarmato passaparola telematico e alla divulgazione di una foto dell’ipotetico killer, pubblicata da un giornale, la folla, però, aveva già deciso che i due fratelli si fossero macchiati del crimine del 19 maggio ed, inferocita, non ha esitato ad aggredire i due, davanti alla questura, mentre venivano riaccompagnati a casa, dopo aver chiarito la loro posizione. Alimentata nelle sue convinzioni da un irresponsabile gioco di passaparola, gonfiato ed amplificato da brandelli di indiscrezioni rilanciate dall’informazione o racimolate su Internet, la folla sembra eccitata da un reality nero, da una caccia alle streghe, da un salotto del crimine virtuale e ognuno si sente protagonista e giudice.
“Il grosso vantaggio che avevamo sul killer, è andato perduto grazie alla fuga di notizie e alla pubblicazione dei fotogrammi del video che ritraevano l’uomo in questione” ha affermato Pietro Grasso, procuratore della Direzione Nazionale Antimafia.
Prima dei due fratelli del quartiere Sant’Elia, era stato ascoltato un ex militare che rispondeva alla descrizione del killer ricercato. Ma anche lui è stato rilasciato dopo un interrogatorio durato svariate ore. Anche lui aveva un alibi incrollabile.
E’ stata, quasi definitivamente, esclusa l’ipotesi di un crimine mafioso ed il caposcorta di uno dei pm di Brindisi, ieri sera, è stato avvicinato da uno schedato mafioso che gli ha detto: “Se lo prendiamo noi, quel bastardo, ce lo mangiamo”. Le ricerche, dunque, proseguono ma la procura ha deciso di non liberare dal segreto l’intero video registrato dalle telecamere del chiosco e di bloccare la diffusione di troppe prove che potrebbero rallentare un’indagine che ha bisogno necessariamente di alimentarsi di testimonianze e dettagli.
Le allieve dell’Istituto “Falcone Morvillo”, comunque, ieri, dopo i funerali della piccola Melissa Bassi, sono tornate a scuola, dimostrando grande coraggio e forza d’animo, assistite da psicologhe, aiutate ad andare avanti dagli stessi professori. Sul banco vuoto di Melissa, un peluche. E una promessa: quella di non dimenticare.
Chiara De Gennaro