Dopo i primi errori e la confusione iniziale delle indagini relative all’ attentato di Brindisi, le ricerche ora prosegono in modo più cauto.
L’ uomo ripreso dalle telecamere quel 19 maggio, sarebbe stato riconosciuto nel capoluogo barese; non solo, ma si tratterebbe di qualcuno già collocato tra le facce note alle forze dell’ ordine. Fin dai primi giorni delle indagini, gli agenti hanno cercato il mostro della strage nei circoli di estrema destra e negli ambienti eversivi.
Dalle immagini riprese grazie alle tre telecamere installate da un chiosco, vicino la scuola Morvillo-Falcone, si intravede un uomo che, in tutta tranquillità, passa più volte e schiaccia il telecomando. Sembrerebbe certo che l’ uomo si sia accorto della presenza delle telecamere: la sua indifferenza deriverebbe dal fatto che a Brindisi nessuno lo conosce. Sembra confermato l’ iniziale sospetto che l’ attentatore non sia brindisino.
Il fotogramma dove il volto appare più chiaramente è stato distribuito a tutte le forze dell’ ordine in Italia. Adesso è caccia all’ assassino; o meglio, agli assassini, perchè risultano coinvolte direttamente almeno due persone.
I testimoni sono stati tutti ascoltati, i rilievi effettuati.Le indagini sono affidate ora quasi esclusivamente alla polizia scientifica, che continuerà ad esaminare i video.
Saranno utili al proseguimento delle indagini anche i residui dell’ esplosivo delle tre bombole di gas; questi sono stati inviati al Gabinetto della polizia scientifica di Roma, che possiede un database degli esplosivi utilizzati in altri attentati.
Il capo della Procura Cataldo Motta si dichiara sicuro del buon esito delle indagini, ma i tempi non si prospettano brevi.
Claudia Morelli