Roma – Ormai è aperta la stagione.
La “preda”, evidentemente, quel milione in piazza che già in un precedente articolo Made in Italy notizie per prima ha individuato come nuovo “polo” dalle potenzialità politiche, tralasciando gli appetiti sindacali, di incalcolabile portata.
Rinforzati dal “dissesto ideologico” che ha scosso alle fondamenta il PD (che di ex-comunista, dopo la Leopolda, oramai mostra ben poco) i vari capo corrente contro (Fassina, Civati eccetera ed eccetera, si badi bene, non porta affatto ad un numero insignificante) rispondono alla domanda con la risposta che tutti vogliono: auto fomentano, danno vento ai fuochi, cavalcano.
Si, è vero: non ci si aspettava che il leader di quello che resta di un Partito sorto sulle ceneri del PCI e annaffiato dalle lacrime di Achille Ochetto ed altri un giorno andasse contro il mondo operaio, lavorativo, dalle mani callose insomma.
Un autogol, insomma, che probabilmente alcuni esperti trasferiscono in uno scenario potenziale come letale.
Se si toglie la sinistra alla sinistra, insomma, se la matematica non è una opinione rimane lo zero e, casus belli in questo caso, le responsabilità non potranno non ricadere sul principale attore di questo nuovo scisma laico.
Certo è che ben hanno fatto gli estremi a tenere la guardia: SEL, Alternativa Comunista ed altri non potranno che trarre vantaggio dall’eventuale collasso del principale partito d’Italia (e d’Europa, sostengono irriducibili statisti che prendono in esame, coscienziosamente, la massa non votante ma quella andata a votare, due cose ben diverse..);
tuttavia, le malelingue già fomentano i dubbi che il corteo di Sabato abbia risvegliato gli appetiti di chi – trovandocisi già o volendo cogliere al balzo l’onda alta – intenda utilizzare la spinta popolare per un ( a questo punto ) nuovo soggetto politico, sinistrorso e conservatore, ovvero pedissequamente osservante la principale regola di Marx: il potere al popolo, non al Partito.
Il rischio, come sempre in Italia, è che da questa “caccia grossa” il serpente anzi l’anguilla (è sfuggita a tutta la casta di mano..) della protesta esca come l’anguilla a Natale: a tocchetti, pronta ad essere digerita dagli appetiti di molti commensali, anziché essere tenuta a guardia del pozzo e lì ingrassata e a fare il suo dovere ovvero nutrirsi degli organismi che inquinano l’acqua altrimenti limpida di questa Nazione.
Quanto ad una scissione del PD, Stefano Fassina, parlando a Radio 24 annuncia un nuovo match: «non voto la delega se viene sottoposta alla fiducia nella stessa formulazione uscita dal Senato». Anche Pippo Civati si accoda« Renzi vuole il voto, spiega « altrimenti non avrebbe ingaggiato un duello del genere con il suo partito». Ma una resa, dal punto di vista della minoranza, oggi si concretizzerebbe in una scissione dal partito, dando così campo libero al segretario. E questa, è il punto della sinistra Dem, è «una concessione che non faremo», come spiega il bersaniano Alfredo D’Attorre subito dopo l’intervento di Renzi a Firenze.
Intanto, partendo da destra, Forza Nuova populizza, Casapound milita, Fratelli D’Italia ribattezzandosi AN gongola.
Nel centro destra NCD annaspa, Forza Italia cerca di serrare le fila ma sembra non tenere le redini neanche delle righe, l’area Cattolica dei Popolari cerca di riunirsi mentre la Democrazia Cristiana va ingrossandosi con “motu proprio”, tra un attacco hacker ed uno diffamatorio.
A sinistra, invece, parrebbe che a caccia sia veramente aperta.
Quel milione in piazza sabato fa gola, inutile negarlo.
A costo di rompere le uova nel paniere.
Roberto Loporcaro