Si sta tenendo a Palazzo Grazioli l’Ufficio di Presidenza del Pdl convocato e presieduto da Silvio Berlusconi. Assente giustificato Sandro Bondi perché all’estero, mentre non prendono parte i 5 esponenti del Governo Letta: Sacconi, Giovanardi, Schifani, Alfano e Formigoni. Di fatto la rappresentanza presente è quella del 2008 con una larga maggioranza di “lealisti”.
Pare che Berlusconi sia seriamente intenzionato a dar vita alla nuova (si fa per dire) compagine di centro-destra: Forza Italia e chiede ai suoi “lealisti” un gesto di assoluta fedeltà: o con lui o fuori e per fuori si intende contro. Fa rumore l’assenza di Angelino Alfano che dichiara: “Il mio contributo all’unità del nostro movimento politico, che mai ostacolerò per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, come faranno altri, all’ufficio di presidenza che deve proporre decisioni che il CN dovrà assumere. Il tempo che ci separa dal CN consentirà a Berlusconi di lavorare per ottenere l’unità”.
Sembra profilarsi dunque all’orizzonte una spaccatura nell’attuale Pdl. Invano Maurizio Sacconi aveva rivolto al Cavaliere l’invito a rinviare l’odierno Ufficio di Presidenza del partito perché, com’era facile intuire, avrebbe rappresentato uno strappo all’interno del Pdl: “L’organismo, infatti, – dichiara Sacconi – pur formalmente corrispondente alla lettera statutaria, non riflette nella sua composizione né la storia né l’attualità del nostro movimento politico, tanto nella dimensione politica quanto in quella istituzionale”.
Anche Maurizio Gasparri, vicepresidente del partito, percependo il carattere “autodistruttivo” della riunione odierna, declina l’invito e dichiara: “Ringrazio per l’invito a partecipare all’ufficio di presidenza del partito, ma non avendo diritto di voto non voglio offrire il fianco a polemiche circa le presenze e la composizione dell’organo”. “Prendo atto di una riunione – afferma Gasparri – nella quale il voto deve essere espresso da coloro che furono eletti al congresso, quando alcuni di noi furono chiamati nell’organismo per le cariche ricoperte al tempo. Reputo sciagurate ipotesi di rottura contro le quali mi sono adoperato, convinto che si possa e si debba coniugare la guida di Berlusconi, da sostenere con ogni forza di fronte alle ingiustizie patite, la collocazione nel centrodestra, la creazione di una coalizione alternativa alla sinistra più ampia e più aperta al rinnovamento che sia possibile. Il resto è impegno autodistruttivo da fermare con decisione”.
Resta il fatto che Berlusconi ha deciso di andare avanti con Forza Italia che, come sostengono ormai in molti, sarà guidato dalla figlia Marina.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it