La Polizia di Stato procede all’arresto di due napoletani, un 32enne e un 34enne, individuati dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bari che ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di quel capoluogo su richiesta della locale Procura della Repubblica. I due, che sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e obbligo di dimora e firma, sono accusati di numerosi reati, dal furto aggravato al danneggiamento con il vincolo della continuazione. L’operazione, condotta in stretta collaborazione con i vertici locali di Poste Italiane, ha messo fine alle manomissioni seriali dei Postamat ad opera dei due pregiudicati napoletani che imperversavano in Puglia da tempo. Numerosi sono stati i cittadini vittime della banda criminale che usava la tecnica del “Cash Trapping”, ovvero l’introduzione di un dispositivo di ritenzione denominato “forchetta” all’interno di diversi ATM di Poste Italiane al fine di sottrarre denaro agli ignari utilizzatori dei bancomat di Poste Italiane. I due napoletani, in trasferta in Puglia, avevano preso particolarmente di mira la vasta zona di Bari e provincia con un modus operandi consolidato da tempo consistente in un prelievo di venti euro, utilizzando una carta prepagata, generalmente una Postepay intestata a persona compiacente. Una volta aperta la fessura del dispenser, i due introducevano la cosiddetta “forchetta”, riuscendo in questo modo a bloccare all’interno dell’ATM, tutto il denaro frutto dei tentativi di prelievo da parte degli utenti. La tecnica fraudolenta realizzata dal gruppo criminale è nota come “Cash Trapping” cosiddetto di 1^ generazione, ampiamente diffusa sul territorio nazionale: gli autori dei furti introducono negli A.T.M. (automated teller machine) carte di “debito” dotate di funzione di prelievo internazionale (solitamente del circuito Maestro) emesse da banche straniere (spesso dell’Est Europa) o da altri istituti di credito italiani, per effettuare un prelievo (dell’importo minimo erogabile di 20 o 50 euro) finalizzato all’apertura della bocchetta erogatrice. Ottenuta l’apertura dello shutter, i truffatori inseriscono un dispositivo meccanico (cosiddetta “forchetta”) in grado di bloccare e catturare la somma che verrà erogata nel corso del prelievo successivo. Gli autori attendono, quindi, che un utente tenti di eseguire un prelievo, operazione che apparirà come non perfezionata per il mancato rilascio del contante che, in realtà è stato catturato dalla “forchetta”. Non appena l’utente si allontana, pensando ad una malfuzionamento della macchina, i criminali forzano lo shutter dell’ATM ed estraggono la “forchetta” con i soldi trattenuti.
Il fenomeno descritto si è sviluppato in una versione più aggiornata che rende più fruttuosa l’azione criminale, cosiddetto Cash Trapping 2. Lo sviluppo della tecnica, rilevato per la prima volta nel novembre 2012, prevede: l’introduzione della “forchetta” negli A.T.M. mediante l’utilizzo di una prima carta per generare l’apertura dello shutter (così come nella descritta versione “base”); l’impiego di una seconda carta (verosimilmente “clonata”) con cui effettuare un prelievo per il massimo della disponibilità giornaliera.
In questa versione evoluta del Cash Trapping i criminali non permettono che all’atto dell’impiego della seconda carta questa venga ritirata dall’A.T.M., ma la trattengono, impedendo che il distributore la catturi. Trascorsi 30″, l’A.T.M. entra in “autoprotezione” generando un allarme2 per malfunzionamento che inibisce il perfezionamento dell’operazione. Determinandosi l’annullamento dell’operazione e il conseguente mancato addebito della carta (in quanto l’operazione non si è conclusa con la registrazione contabile), i criminali rimangono in possesso del documento elettronico, peraltro immediatamente riutilizzabile (anche se presso un altro sportello, poiché quello appena attaccato rimane fuori servizio). Gli A.T.M., una volta “abortita” l’operazione, sono programmati per recuperare i soldi – che comunque vengono approntati all’atto della richiesta – in un apposito cassetto di “recupero”. E’ in questa fase che la “forchetta”, preventivamente installata dai criminali, cattura il contante. La sottrazione del denaro avviene, come nella versione basica del Cash Trapping, forzando la finestra della bocchetta erogatrice.
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