Da lunedì 22 luglio in Adriatico è scattato il fermo pesca, cioè il blocco delle attività della flotta da pesca italiana lungo l’Adriatico, da Trieste a Rimini. La Coldiretti Impresapesca ha confermato che il blocco consente il ripopolamento dei pesci nel mare. Con il fermo pesca, il rischio di consumare prodotti non nostrani, soprattutto al ristorante, diventa molto alto. Spesso infatti per sopperire alla mancanza di prodotto fresco, non di rado, viene servito pesce congelato, di produzione straniera.
Ad ogni modo va ricordato che non tutto il mare italiano subisce nello stesso periodo il fermo pesca: si parte con un blocco di 42 giorni, il 22 luglio con l’alto Adriatico (Trieste-Rimini), si prosegue con il fermo pesca nel tratto di mare compreso fra Pesato e Bari, il 5 agosto e si conclude, il 1° ottobre con il fermo di Brindisi, Ionio, Tirreno. Sicilia e Sardegna decidono il blocco in autonomia nel periodo agosto settembre.
In tutto il periodo di fermo pesca, è possibile comunque consumare pesce proveniente da allevamenti nazionali e dalle produzioni locali delle barche di piccola pesca.
Maria Raspatelli