Il laboratorio di analisi dell’ospedale Di Venere è uno dei centri diagnostici che rappresenta un punto di riferimento per la sanità locale, ma che tuttavia continua a rimanere relegato in locali inadeguati, senza che vengano fatti i necessari investimenti per il trasferimento. A denunciare la situazione è stato il vice capo gruppo PdL alla Regione Puglia, Massimo Cassano.
La Asl di Bari dovrebbe ridare dignità al Laboratorio analisi dell’ospedale Di Venere, che emette più di due milioni di referti ogni anno, e al personale medico, paramedico e infermieristico che presta, tra mille difficoltà, il proprio servizio. Il territorio, ancora una volta, dà prova di inadeguatezza politica in materie sanitarie.
Il Laboratorio del Di Venere è situato in una specie di sottoscala, e si lavora a stretto contatto con una serie di condotte sotterranee che probabilmente ne mettono in forte discussione l’agibilità. Condotte di areazione non funzionanti, fognature otturate e tubature a vista, allagamenti dei corridoi, blatte e zanzare. Secondo una legge regionale, per motivi di sicurezza i laboratori dovrebbero essere situati in ambienti ben arieggiati e illuminati. Non esiste un primario nel Laboratorio di Analisi, ma solo un “facente funzioni”, da anni non si fanno gare per l’acquisto di materiale e apparecchiature e non si adeguano di conseguenza i prezzi e i macchinari sono pieni di polvere o non funzionanti. Basterebbe poco per arginare le difficoltà: si potrebbe, per esempio, attivare quell’osservatorio regionale dei prezzi in Sanità, al momento inesistente, che invece avrebbe il compito di orientare le scelte verso le soluzioni più convenienti ed adeguate; si dovrebbe prestare maggiore attenzione agli sprechi, intervenendo quando questi possano apparire del tutto ingiustificati e sfruttare i locali ambulatoriali al piano terra, per rendere meno disagevole l’attività al personale e l’accesso agli utenti.
Chiara De Gennaro