Nasce nel 1869 a Le Cateau, un paesino nel nord della Francia e impara presto a colorare la sua vita sulla traccia simbolista del maestro Gustave Moureau. Per il suo singolare modo di ritrarre le donne, Matisse si può considerare l’anti-Picasso. Pablo le strapazzava, trasferendo nella pittura il suo stesso modo di amarle. Henri le accarezzava, con i colori così come faceva con lo sguardo. La sua pittura è un inno alla sensualità. L’artista francese sapeva guardare alle modelle con gli occhi di un bambino e perciò le dipingeva come fossero bambole, morbide e colorate. Davanti alla figura femminile si perdeva, cercando di esprimere il desiderio maschile in forme soffici come quelle di un cuscino. Pare che le modelle che posavano per lui non gradissero molto vedere i propri corpi sciogliersi sulla tela e ritrovarsi trasformate in bambole di stoffa. Ma quei dipinti che appaiono tanto semplici, quasi abbozzati, erano il risultato di un lungo lavoro e la sua grandezza sta proprio nell’aver realizzato qualcosa di semplice nascondendo il faticoso percorso che lo aveva portato a quella semplicità. Gli artisti che vogliono far vedere quanto sono bravi sono spesso i peggiori e senza anima, sia nelle arti figurative che nella scrittura. In tutti i quadri di Matisse invece l’anima è sempre lì, lui ci mette il cuore ed è insuperabile in questa sua capacità di fingersi un dilettante. Lui ha sempre saputo guardare alla realtà con occhi freschi e spirito leggero, trasformando le angosce della vita e la paura del tempo che passa in pennellate e colori indimenticabili.
Ilaria Delvino