Raccogliere il lavoro svolto in una visione di sviluppo futuro: è questo, in sintesi, il senso della candidatura a sindaco di Bari – attraverso le Primarie del centrosinistra in programma il prossimo 23 febbraio – di Elio Sannicandro, attualmente assessore comunale all’Urbanistica, alla Pianificazione Strategica ed allo Sport, nonché presidente del Coni Puglia.
Sannicandro ha illustrato questa mattina in conferenza stampa, al PalaMartino, i punti salienti del suo programma, spiegando che “individuate le criticità che ancora limitano la macchina amministrativa e frenano la crescita socio-economica del Paese, si può pensare di impostare i prossimi cinque anni della Bari futura”.
Questi i temi affrontati.
Perché la candidatura. Perché ritengo sia un valore aggiunto per il centrosinistra, in quanto ci si potrà confrontare serenamente su idee e programmi, utilizzando i contenuti come premessa per la visione complessiva di sviluppo della città. Per questo non è una candidatura “contro” qualcuno ma a favore della coalizione. E vorrei che nel programma del candidato sindaco, chiunque sia il vincitore delle Primarie, siano presenti alcuni elementi che per me sono irrinunciabili.
Rappresento la società civile. Ritengo si debbano aggregare anche quei cittadini che non si riconoscono più nei partiti ma che sono interessati a partecipare ed esprimere il proprio punto di vista per migliorare la città e la qualità della vita di noi tutti.
Accanto a me ci sono moltissimi amici. Sono stato sollecitato soprattutto nell’ambito sportivo, ma non solo: sono colpito e responsabilizzato da quanti sono. E’ un mondo importante che ha mostrato stima e che mi ha gratificato. E’ per questo dobbiamo aggregarci intorno ai contenuti per far partecipare la gente che si allontana dalla politica.
Perché il PalaMartino. Perché è un modello: è una struttura pubblica che funziona in modo talmente efficiente da sembrare privata. E’ una delle più belle palestre d’Italia e rappresenta un’eccellenza anche per le modalità di gestione. Qui la mattina ci sono le scuole; nel pomeriggio le società sportive (ginnastica, danza, attività libere, anziani).
Il segreto è stato coinvolgere le società sportive dilettantistiche e senza fini di lucro, nella gestione degli impianti, abbinando managerialità e competenza. Ciò ha incrementato la fruizione ed il numero dei praticanti sportivi, ottimizzando al tempo stesso i costi di gestione.
In questi anni Bari è diventata un’eccellenza nazionale per l’impiantistica sportiva e per la loro gestione. Oggi si contano oltre 60 impianti sportivi comunali, un centinaio di palestre scolastiche e una ventina di grandi complessi sportivi privati facilmente accessibili e al servizio della comunità.
L’ideale sarebbe esportare il modello sportivo ad altri settori della Cosa pubblica come i giardini o i contenitori culturali.
Sviluppo e occupazione. Può essere una sorta di “parola d’ordine” per Bari, ma è anche l’obiettivo fondamentale del mio programma e del mio lavoro da professionista, da cittadino e da assessore al Comune di Bari dal 2004 ad oggi. Per centrare questo obiettivo è necessario dotarsi degli strumenti giusti; strumenti di programmazione che non soltanto consentano di intervenire nell’immediato dove necessario, ma al tempo stesso consentano di programmare e di “lavorare” sulla città. La ricchezza delle città del futuro sono le idee non più le fabbriche. E dunque, ricerca, università, conoscenza e valorizzazione beni culturali, terziario in senso generale: ovvero, valore aggiunto e opportunità occupazionali del futuro.
Bari città attiva. Bari ha aderito alla rete delle “città attive” e da alcuni anni mi sto adoperando per sviluppare questo tema. Una città attiva è una città in cui le infrastrutture, la mobilità, i servizi sociali, sportivi, educativi offrono la possibilità di spostamenti “non motorizzati”, di svolgere attività ricreativa, motoria, sportiva e di mettere in atto stili di vita corretti e sani. Bari è una delle poche città in Italia che ha inquadrato le politiche sportive in una pianificazione urbanistica specificamente strutturata. Non dimentichiamo che a Bari il primo “Piano dello sport” in Italia, approvato nel 1988, ha costituito le basi per la candidatura ai Giochi del Mediterraneo “Bari 1997” e per la realizzazione di quella rete di impianti sportivi di quartiere diffusi che rappresenta un patrimonio di grande importanza e qualità.
Il tema dello sport in una città attiva ha un ruolo preciso: educativo e strettamente connesso con le politiche sociali, ambientali e della salute. Quanto costruito finora deve essere salvaguardato e ulteriormente potenziato.
La scuola. Dobbiamo puntare sul futuro dei nostri figli per farli crescere educandoli a seguire corretti stili di vita. Da dieci anni Bari rappresenta un’eccellenza nazionale per i progetti di “sport a scuola” coinvolgendo tutte le scuole elementari della città ed anche molte scuole materne. Non è un dettaglio, anche se ormai lo si dà per scontato. Attualmente 45 scuole di Bari propongono un programma di attività sportiva, di concerto con il Comune, con un istruttore laureato in Scienze motorie che lavora insieme ai docenti e con la collaborazione del Coni. E inoltre, si fa attività motoria secondo un percorso didattico che si collega con la corretta alimentazione, con l’educazione stradale e così via. E’ un programma assolutamente all’avanguardia in Italia, che noi abbiamo consolidato e che dobbiamo ulteriormente potenziare.
La visione della Bari che verrà. I vettori principali per definire una visione integrata, sostenibile ed innovativa dello sviluppo sociale ed urbano sono costituiti da: Cultura, Welfare, Territorio, Mobilità-Accessibilità, Economia e Governance. L’approccio progettuale innovativo ai temi della città, che abbiamo acquisito e condiviso negli ultimi anni, deve essere multidisciplinare ed integrato.
Comprendo che c’è una difficoltà a capire i temi e i tempi dell’urbanistica: un conto è aggiustare un pezzo di strada, un altro ragionare su quello che sarà. Si parla di opere che saranno concluse tra alcuni anni, ma che bisogna pianificare oggi: le città e le popolazioni che hanno capacità di programmare e razionalizzare le scelte hanno possibilità di crescere e migliorare la qualità della vita; chi capisce tutto questo vince sicuramente la battaglia e sarà pronto a sbarcare nel futuro.
Noi dobbiamo esserlo. Questa visione è stata costruita attraverso il Piano strategico di Bari e della sua Area Metropolitana, e ha consentito negli ultimi 5 anni di realizzare importanti interventi in ambito sociale, economico, urbano, infrastrutturale, ambientale, utilizzando e spendendo al meglio i fondi pubblici, specie quelli che provengono dall’Europa, e realizzando opportunità per gli investimenti privati.
Quello della pianificazione strategica si è quindi rivelato un modo innovativo di affrontare il presente senza rinunciare a programmare il futuro, ed è per questo che, con gli stessi principi, dal 2012 abbiamo predisposto il programma Bari Smart City per immaginare una città più “intelligente”, creativa ma anche più fruibile ed efficiente per i cittadini. Tante idee e progetti decisivi per il prossimo futuro di Bari molti dei quali pensati da gruppi di giovani talenti. Molto resta ancora da fare, ma la strada segnata – come dimostrano i risultati finora conseguiti – è quella giusta. Nei prossimi 5 anni, la città ha la possibilità di cogliere nuovi e ancora più importanti frutti del lavoro fatto. Anche per questo credo fermamente che il governo della città debba essere affidato a persone affidabili e che ne conoscono i limiti e le potenzialità; da chi ha già dimostrato capacità ed impegno e ha contribuito in maniera importante a costruire quotidianamente un programma di lavoro concreto e fattibile, che può consentire a tutti noi di realizzare a breve la città che vogliamo.