Con delibera della Giunta Municipale del 5 agosto 2003 ha inizio la storia travagliata di intervento di messa in sicurezza del sito inquinato e inquinante Fibronit. Le procedure della gara di appalto avrebbero dovuto essere già da tempo oggetto delle osservazioni della Magistratura, visto che l’amianto anche a Bari ha causato non poche morti, ed altre ne sta causando (230)
La delibera 832 del 12.08.2003 (amministrazione Di Cagno) parla di lavori urgenti a tutela della salute pubblica e nonostante l’urgenza la gara di appalto si è conclusa qualche anno dopo con le normali e solite procedure farraginose. Si è proceduto quindi ai lavori di messa in sicurezza conclusi il 2009 nella prospettiva di una ulteriore indispensabile e definitiva bonifica che avrebbe messo fine ad una storia durata troppo che è costata troppi morti.Non entriamo nel merito del tipo di messa in sicurezza e della sua effettiva consistenza,ma abbiamo il sospetto che gli effetti della messa in sicurezza predisposti, abbiano perso il loro effetto e nessuno quindi può impedirci di chiedere al Prefetto di Bari ed alla Procura della Repubblica di essere rasserenati dalle autorità sanitarie che devono assumersi le responsabilità di garantire alla cittadinanza, che non ci sono pericoli incombenti soprattutto per le migliaia di famiglie che abitano presso la Fibronit e per i bambini che frequentano le scuole medie,elementari e l’asilo collocati proprio di fronte alla bomba ecologica di via Caldarola al quartiere Japigia.
Va ricordato in fine per i tanti ignoranti in giro, che la messa in sicurezza, se fatta a regola d’arte ha sempre un valore temporale, mentre la bonifica è definitiva.
La messa in sicurezza è normalmente a termine anche con un intervento di incapsulamento, in quanto prima o poi è necessario rimuovere l’asbesto “protetto”, isolandolo dall’ambiente. Anche con l’eternit, le mani di resina vinilica a tinte diverse che si danno per impregnarlo, alla lunga si deteriorano e perdono efficacia. La messa in sicurezza permanente è teoricamente proponibile, ma economicamente poco vantaggiosa e di dubbia efficacia se non viene puntualmente tenuta sotto controllo e se non si programmano interventi correttivi per eliminare cedimenti ed anomalie.La messa in sicurezza di emergenza o permanente in presenza di siti contaminati è più credibile, ma spesso risulta una presa in giro come tanti provvedimenti che si assumono in questo campo privilegiando la burocrazia cartacea invece del risultato e della salute dei cittadini.Ci auguriamo di essere in errore o di sembrare allarmisti, ma la gente continua a morire e nessuno ci può negare il diritto di avere paura, ed oggi leggiamo sulla gazzette del mezzogiorno (lunedì 1 luglio 2013) che il pericolo è incombente e che non si può attendere oltre. Ricordiamo inoltre a titolo informativo che intorno alla ex Fibronit, ci sono capannoni con coperture in eternit e suoli contaminati che non sono mai stati oggetto di interventi di messa in sicurezza.
Esistono le Istituzioni sul territorio? allora è giusto e doveroso che ognuno assolva ai propri compiti ed alle rispettive responsabilità. Le considerazioni sugli interventi sono oggetto dei tanti pareri che ci sono giunti da altre parti d’Italia e da esperti.
Lucio Marengo