in“Angeli con un’ala soltanto” don Tonino Bello scrive: “Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che “gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati …… ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi: non farmi più passare indifferente davanti al fratello che è rimasto con l’ala, l’unica ala, impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te: soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un’ala di riserva”. E’ una poesia bellissima e, va ribattezzata, “il “Cantico del Volontariato”, paragonandolo al Cantico delle Creature di San Francesco.
La Solidarietà, come sentimento sociale, sarà una delle rivoluzioni del terzo millennio, proprio come l’aver compreso nei secoli che la Giustizia deve essere un sentimento sociale che si esprime con la legge. Vediamo le analogie. Ognuno di noi ha insito in sé il concetto di giustizia e vorrebbe che la propria giustizia trionfasse, “Relativismo del concetto di Giustizia”: l’attuazione individuale del concetto di giustizia senza appellarsi alla legge (giustiziere) è però ormai condannata moralmente da tutti come una pratica incivile e violenta. Nessuno può farsi giustizia da sé perché ormai si è concordi che in un paese civile è la legge (per quanto imperfetta) che deve prendersi cura dell’attuazione della giustizia. Nel terzo millennio sarà così anche per la Solidarietà. La Solidarietà è un Sentimento Sociale che deve esprimersi con la Socialità dello Stato.
Cioè deve essere la Socialità dello Stato a farsi carico dei problemi del mendicante! Il singolo individuo che oggi dà una moneta al mendicante, ma lascia tutto come prima, deve impiegare le proprie forze per fare in modo che le leggi e le strutture dello Stato si occupino del mendicante. Solidarietà è Giustizia Sociale. Le istituzioni, e non il singolo, hanno l’obbligo di interessarsi a far risollevare persone costrette ai margini della società a causa di problemi economici o di altro genere (malati, invalidi, stranieri). E’ più utile cercare di capire come evitare che il mendicante arrivi a tanto ed agire di conseguenza!
La Solidarietà ed il Volontariato sono un esercizio quotidiano, che prevede il guardare sempre davanti a noi, senza ma e senza se, senza lasciarsi distogliere dal quando e dal come. I primi a credere nel Volontariato sono i Giovani, i Volontari, i primi ad accorrere quando la comunità è colpita da calamità quali alluvioni, terremoti, esondazioni.
E passiamo alla Scienza! Chi decide della scienza quando la scienza riguarda tutti? Chi deve modellare le nostre società? Mai come oggi, la potenza dell’apparato finanziario-scientifico-tecnologico tende a subordinare la ricerca a sé determinandone esiti e processi, favorita sul piano giuridico dalla brevettabilità delle scoperte (Caso Stamina). “La scienza decide della nostra vita ma noi non possiamo decidere della scienza”, osserva Mario Capanna, “e la democrazia, ridotta sempre più a delega, rende i cittadini spettatori passivi, privi della possibilità di intervenire nelle dinamiche della scienza. Gli anziani, ormai da tempo, rifuggono da terapie ed esami di laboratorio, per via della crisi economica. Si impone un’urgente rivoluzione del pensiero: la ricerca partecipata può garantire il coinvolgimento diretto dei cittadini – nonché delle istituzioni democratiche – intorno a interessi comuni e collettivi, sui processi e le finalità della ricerca, in particolare la sua interpretazione e applicazione pratica. Non più delega, quindi, ma un processo di condivisione articolata delle scelte strategiche che riguardano tutti noi. Ricordando Norberto Bobbio, tutti abbiamo diritto a un ambiente sano, alla salute ed alla dignità della persona. In questo modo l’intermediazione culturale diventa “azione” che si sviluppa su più livelli: un laboratorio interdisciplinare di nuova democrazia.
Il donarsi, il donare è vita, è insegnare agli altri a incontrarsi anche se nel dolore ma condividere la malattia con il sorriso. Il Futuro passa attraverso la donazione. Il Presente attraverso l’Informazione ove l’esercizio quotidiano alla applicazione delle leggi della conoscenza sfociano nel Diritto alla Cono….scienza. La sede più idonea è la Scuola. E se pensiamo che spread si traduce con crescita, espansione, diffusione, dobbiamo andare oltre lo spread della Conoscenza, per superare lo spread della disperazione.
Il confronto su questi temi in politica è stato usato come conflitto l’uno contro l’altro ed il dibattito è stato penalizzato dalla tendenza a giudicare, quando invece bisognerebbe ascoltare e capire. Sogno una classe dirigente che non si senta più élite nel Paese, ma uomini e donne che siano primogenitura di un nuovo modello di politica. Chi si occupa della cosa pubblica non deve più essere inteso come costruttore di relazioni sociali di “alto profilo”, ma tessitore di una fitta rete che dal basso si arricchisce di pensieri, progetti e impegni concreti. Ridisegnare “un futuro di speranza” vuol dire impegnarsi ad “ascoltare le giovani generazioni”.
Gennaro Volpe
Presidente Scienza e Vita Casamassima
Gent.mo dottor Volpe,
grazie per la sua lettera. La solidarietà dello Stato è un principio ispiratore di alcune politiche nazionali già a partire dalla seconda guerra mondiale. E’ più noto con la dicitura inglese “Welfare State”, con cui si indica un sistema socio-politico-economico in cui la promozione del benessere sociale ed economico dei cittadini è prerogativa dello Stato, nelle sue articolazioni istituzionali e territoriali. A partire dalla seconda metà degli anni ’60 questo modello sembra essere degenerato nel cosiddetto “Stato assistenziale”. Restano comunque esempi virtuosi in cui questo paradigma continua a essere il principio ispiratore delle scelte solidaristiche dello Stato, come accade ancora oggi, nei paesi scandinavi. Il cosiddetto “modello nordico” prevede che il sistema Stato si prenda cura dei propri cittadini durante l’intero arco di vita, con lo scopo di ridurre quanto più possibile, le disparità sociali con un sistema di scelte equo ed efficiente al fine di garantire un elevato livello di qualità della vita. La sfida del nuovo Millennio sarà dunque quella di attuare nuovi modelli di Welfare nei nostri Stati, cercando strategie politiche, economiche e sociali che promuovano benessere senza degenerare nel pericolo dello “Stato assistenziale”. E’ sicuramente una sfida di civiltà a cui l’Europa non potrà sottrarsi!
Antonio Curci