Alfano ha deciso per lo strappo dal partito di Berlusconi: “Mi trovo qui per compiere una scelta che non avrei mai pensato di compiere. Non aderire a Forza Italia”. I cosiddetti “governativi” annunciano la nascita di nuovi gruppi autonomi che confluiranno nel “Nuovo Centrodestra”. La prima conseguenza di questa decisione è che ovviamente i fedelissimi di Alfano non parteciperanno domani al Consiglio Nazionale che sancirà la rinascita di Forza Italia.
Il vice-premier e ministro dell’Interno attribuisce questa sua scelta al ruolo svolto all’interno del partito dalle forze più estreme e commenta: “Sento fortissimo il bisogno di ribadire che in questi 20 anni non abbiamo sbagliato speranze, ideali e persona. Siamo amici del presidente Berlusconi a cui ribadiamo amicizia e sostegno. Lo sosterremo all’interno del Governo a iniziare da una giustizia più giusta e dall’abbassamento delle tasse”.
Non c’è stata intesa dunque all’interno del Pdl che si preparava ad un Ufficio di Presidenza da tenersi urgentemente in serata. Secondo le agenzie di stampa, smentite comunque dal Pdl, la richiesta di Alfano era quella di modificare il documento da proporre al Consiglio Nazionale circa la stabilità del Governo in caso di decadenza di Berlusconi. In questa estenuante trattativa pare che i “falchi” abbiamo giocato un ruolo determinante nelle scelte interne al partito facendo saltare l’ipotesi di un’Ufficio di Presidenza che avrebbe addolcito gli animi e avvicinato le avverse fazioni. Così non è stato e il muro contro muro fra “lealisti” e “falchi” da una parte e “governisti” dall’altra ha portato alla definitiva spaccatura con l’inevitabile scissione all’interno del Pdl.
Non aderiranno a Forza Italia 59 parlamentari, di cui 37 al Senato e 23 alla Camera.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it