Fuga, incidente o omicidio? Un mistery mozzafiato quello firmato dalla scrittrice salentina Annalaura Giannelli, alla sua quarta pubblicazione, che con “Il segreto della Maddalena” (Les Flaneurs edizioni) vi terrà con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Una svolta decisa per la penna della Giannelli che, dopo la trilogia dedicata all’universo femminile, composta da “Di terra e d’anima” (2012), “La figlia del destino” (2015) e “Viaggio in ombra” (2018), tutti e tre pubblicati da Adda editore, sceglie come protagonista una figura maschile: quella dell’investigatore dell’occulto Andrej Lupo. Sarà proprio quest’ultimo a dover scoprire il misterodella scomparsa del giovane Saro Santagata, trentaduenne rampollo di una famiglia siciliana a capo di una prestigiosa azienda di confetture, uscito in barca a vela un pomeriggio di fine luglio e da lì scomparso nel nulla: l’imbarcazione viene rinvenuta il giorno dopo l’escursione dalla guardia costiera, così come l’auto del ragazzo. Di lui però si perde ogni traccia e neanche il mare sembra propenso a dare una risposta, seppur tragica, a tutti gli interrogativi della sua famiglia. È quindi il padre Gino, imprenditore dal piglio pratico, ma anche dalla personalità complessa e dispotica, a chiedere l’aiuto dell’investigatore, coadiuvato nelle sue indagini dalla sensitiva Karina Sanchez.
Anche in questo nuovo romanzo, edito dal primo settembre scorso, c’è dunque, nonostante il protagonista sia un uomo, una presenza femminile importante, pressoché fondamentale: Karina ed Andrej percorrono in simbiosi ogni tappa delle indagini, come ballassero un sensuale passo a due, instillando nel lettore il dubbio che il rapporto vada ben oltre la collaborazione professionale. La giovane sensitiva sa ammaliare con le sue forme sinuose e la sensibilità spiccata, così come, d’altro canto, l’investigatore affascina con la sua naturale eleganza e l’impareggiabile lucidità, velata spesso dal cinismo. Ritorna dunque, come nel primo romanzo “Di Terra e d’anima”, quel realismo magico tanto caro alla Giannelli, ispirato dai capolavori di Marquez, di cui la scrittrice è dichiaratamente e da sempre appassionata lettrice.
L’intreccio narrativo del “Segreto della Maddalena” si configura come animato da un doppio volto: da un lato, la costruzione di un mondo assolutamente attuale e tangibile. I due investigatori si barcamenano infatti tra giochi di potere tipici delle grandi realtà aziendali, tradimenti familiari, frustrazioni personali, segreti inconfessabili e dipendenze patologiche. Ciascun personaggio contribuisce a comporre il puzzle di questo universo ricostruito in una bellissima Sicilia autunnale, eppure dominata da segreti antichi che fanno correre un brivido sulla schiena.
Ed è qui che si innesta l’altro aspetto, quello dichiarato nel titolo, ovvero il mistero della Maddalena, che costituirà la vera e propria chiave di soluzione dell’enigma iniziale. «Perché ami lei più di tutti noi?», si cita il Vangelo apocrifo di Filippo prima che inizi la storia, un indizio importante nel viaggio alla ricerca della verità: i lettori saliranno sulla macchina del tempo, ripercorrendo come archeologi antichi documenti seppelliti dal dogmatismo della Chiesa. E non si tratta di invenzioni: la scrittrice si è appassionata per oltre un anno allo studio dei vangeli apocrifi, che nello scorrere del racconto si caratterizzano poi come vero e proprio asse portante della trama. Le apparenze ingannano, dunque, e i due investigatori dovranno squarciare, velo dopo velo, gli strati sovrapposti che tengono in piedi equilibri apparenti e identità imposte, attingendo a verità dimenticate (o occultate?) nei secoli.
Annalaura Giannelli, avvocato processualista originaria di Parabita e consulente aziendale di importanti realtà del territorio pugliese, lavora da anni tra Lecce e Bari. È presidente dell’Istituto di Cultura Salentina (ICS), attivo sul fronte internazionale nella valorizzazione delle eccellenze del Salento. Il suo romanzo d’esordio, “Di Terra e d’anima” ha ottenuto il Premio Progresso e Cultura 2014 della Provincia di Bari. “La figlia del destino” si è aggiudicato il primo posto al “Premio terre d’oltremare”, che si tiene ogni anno a Santa Maria di Leuca, ed ha ottenuto grandi riconoscimenti dalle autorità albanesi, grazie soprattutto all’ambientazione storico-geografica nella Brindisi del 1991, che fu capace di accogliere 30.000 albanesi scampati all’incubo dell’oppressione politica.