A chi non è mai capitato di sentirsi dire: guardi che il suo parente con il cancro è inoperabile e ha pochi mesi di vita? Sembra un’inevitabile condanna a morte senza appello ma qualche spiraglio si sta aprendo grazie a progressi scientifici, alcuni dei quali sono stati affrontati in un interessante convegno di aggiornamento coordinato dal dottor Gennaro Palmiotti . Gli argomenti affrontati nella prima giornata sono stati la cura di tumori avanzati come quelli del colon-retto, dell’ovaio e del peritoneo. Questo sacco che avvolge gli organi addominali e pelvici in caso di cancro si “sacrifica” e diviene sede di metastasi multiple onde evitare che vengano colpiti organi vitali. Il chirurgo davanti ad una situazione simile si arrende e giudica il paziente inoperabile. In questo workshop il dottore Marcelle Deraco dell’Istituto tumori di Milano ha portato la sua esperienza chirurgica sull’asportazione del peritoneo affetto da carcinosi peritoneale. Si tratta d’interventi complessi con asportazione in blocco di tratti di organi inficiati che richiede oltre una perizia acquisita con esperienza chirurgica anche resistenza perchè durano di media 10-12 ore. A ciò si aggiunge alla fine dell’intervento l’introduzione di chemioterapici ad una temperatura di 42 gradi. Infatti a tale temperatura tali farmaci agiscono meglio rispetto a chemioterapici dati per via generale. Senza creare inutili speranze va detto che i pazienti vanno selezionati severamente; affermava Deraco che su 800 richieste annue operavano 80 casi. Da questo trattamento combinato si è giunti a risultati confortanti: da una sopravvivenza media di 24 mesi ad una di 62 mesi con una buona qualità di vita. Nella discussione che è seguita è emersa la necessità di creare un centro unico in Puglia con didattica verso giovani medici vogliosi di cimentarsi in tecniche chirurgiche ai limiti delle conoscenze con un periodo di apprendistato su una frequenza d’interventi non inferiore ai venti annui, onde raggiungere gli stessi traguardi del gruppo di Milano.
Nella seconda giornata l’attenzione si è volta verso le recenti acquisizioni sulla terapia del melanoma. Tale tumore in fase avanzato è pressochè incurabile. I farmaci attualmente impiegati sono l’interferone con un tasso di sopravvivenza lievemente migliorato ed attualmente i farmaci biologici che hanno un’efficacia migliore seppur limitata nel tempo: insomma cure molto costose che danno risultati modesti. Infine l’arrivo di nuovi vaccini in fase di sperimentazione che sembrano promettenti.
Lo sforzo esiste per non sentenziare che non c’è più nulla da fare. Lo sforzo del dottor Palmiotti è stato quello di fare incontrare chirurghi, oncologi , dermatologi e ginecologi. Parlarsi tra specialisti dovrebbe essere la cosa più naturale ma così spesso non è. L’esperienze dei colleghi francesi ed anglosassoni ancora una volta fanno risaltare la necessità dell’interdisciplinarietà per ottenere risultati nella terapia dei tumori.
dott. Leonardo Damiani