Bruno Boileau e Vincent Autin hanno pronunciato il loro fatidico “sì” nelle prime nozze gay celebrate in Francia e sono stati uniti in matrimonio nel municipio di Montpellier.
La cerimonia si è conclusa con un lungo bacio tra i due sposi: applausi dai 500 invitati presenti nella sala degli Incontri del municipio.
Un gruppo di oppositori alla legge sulle nozze gay è riuscito a superare il rigidissimo schieramento delle forze di sicurezza. Quattro o cinque persone hanno lanciato fumogeni e creato disordini ma questi piccoli problemi di logistica non hanno impedito a Bruno e Vincent di godersi il loro, romanticissimo, giorno.
Sulle note di ‘Love’ di Nat King Cole, dopo essersi scambiati le fedi , hanno abbracciato parenti ed amici in un ambiente di generale commozione. Bruno ha sventolato davanti alle telecamere il certificato di matrimonio appena ricevuto dal sindaco, Helene Mandroux.
Le nozze tra Giuseppe Ilaria e Massimiliano Benedetto, quarantenni romani che hanno celebrato il loro “matrimonio” la settimana scorsa a Roma, finiscono in prima pagina sull’International Herald Tribune, l’edizione internazionale del New York Times, in un lungo articolo intitolato: “Sulle nozze gay l’Italia è sempre più sola”. Ma, purtroppo, la celebrazione, il sacramento e l’unione sono solo “simboliche”, fittizie e legalmente non riconosciute. La notizia ha fatto scalpore «nel paese dove le coppie gay non hanno nessuna forma di riconoscimento da parte della legge».
Celebrato in un albergo ma seguendo la tradizione, il matrimonio è stato organizzato dalla Samelove, una neonata agenzia di wedding planner per notte tra persone dello stesso sesso. «I tempi sono maturi per il cambiamento, Dobbiamo continuare a fare pressione», ha detto al giornale Marinella Benedetto che ha accompagnato il figlio all’altare.
I tempi sono maturi? E gli italiani?
Chiara De Gennaro