“Metti l’orecchio e ascolta se vuoi sentire il mare cantare, se vuoi sentire il romanzo del tempo col tempo cambiare”. Inizia con questi versi invitanti la canzone Rabdomanza dei Fabularasa, la band barese presente ieri alla Feltrinelli per promuovere l’uscita del loro ultimo album D’amore e di marea. Sonorità preziose e ricercate che evidenziano una sapienza artigianale nel fare musica d’autore messa in risalto dalla voce di Luca Basso, dalle chitarre di Vito Ottolino, dal basso di Leopoldo Sebastiani e dalle percussioni di Giuseppe Berlen.
Definito disco dell’acqua, uscito cinque anni dopo En plein air, si compone di undici perle tra cui l’ironica Serenata della controra, vincitrice del Premio Umberto Bindi, e Fiore di vento, lettera di un padre emigrato affidata a un soffione che attraversa il Mediterraneo per giungere alla figlia lontana. Liberamente ispirata a una lettera del sindacalista Di Vittorio al conte Pavoncelli è Il regalo che difende la politica come pratica d’onore. Più attuale è invece La recessione, musicata sui versi di Pier Paolo Pasolini, che auspica la decrescita intesa come sottrazione del troppo e come rimpianto per un mondo che non c’è più.
Impreziosiscono l’album le significative collaborazioni del polistrumentista Paul McCandless e del clarinettista Gabriele Mirabassi, insieme alla voce della cantautrice genovese Giua.
Giovanni Boccuzzi