La regina degli scacchi, ideata da Scott Frank che ne è anche regista, ispirata dal romanzo “The Quenn’s Gambit” di ben37 anni fa, è un viaggio nel mondo degli scacchi con le sue regole, i suoi codici e i suoi riti tramandati nei secoli; ma è anche un percorso dentro l’anima affascinante e ossessiva di Elizabeth Harmon, interpretata da una Anya Taylor-Joy capace di catturare e sedurre.
Negli scacchi, Beth trova la sua ragione di vita e la possibilità del riscatto in una società ancora popolata dal pregiudizio maschile.
Nella realtà, nessuna donna è mai andata oltre il decimo posto nella classifica mondiale e un grande campione come Bobby Fischer nel 1963 dichiarò che questo dipendeva dal fatto che “le donne non sono abbastanza brillanti da vincere a scacchi”. Ciò non deve scandalizzarci perchè nel secolo scorso non era diffusa la realtà odierna della parità uomo-donna.
Lo scacchista russo Garry Kasparov, un altro grande campione che ha pure collaborato come consulente tecnico per la creazione de ‘La regina degli scacchi’, è stato d’accordo con l’affermazione di Fischer per lungo tempo fino a quando nel 2002 non è stato battuto da Judit Polgar, scacchista ungherese che ha raggiunto il più alto posizionamento della storia in una classifica mondiale.
La storia affascinante della giovane Beth Harmon è stata vista dal giorno della sua uscita da più di 62 milioni di utenti. E’ infatti la miniserie più vista di sempre su Netflix e in moltissimi paesi si trova al primo posto nella top 10 dei contenuti più apprezzati e più visti.
Peter Friedlander, vice presidente dei prodotti originali Netflix ha lasciato qualche dichiarazione riguardo a questa meravigliosa serie:
«Quando tre anni fa Scott Frank si è approcciato all’adattamento di questa serie tv abbiamo pensato che fosse una storia convincente. Beth è un personaggio svantaggiato che si deve confrontare con la dipendenza, e con perdite e abbandoni. Il suo successo parla dell’importanza della perseveranza. Nessuno di noi però avrebbe potuto immaginare che questo telefilm avrebbe raggiunto risultati del genere»