Signori e signore, ecco a voi i due diversi volti di corso Italia, la via che costeggia i binari sopraelevati delle Ferrovie Appulo-Lucane, la via del cinema Galleria, per intenderci. Come sempre, la nostra città, nasconde dietro l’aristocratico profilo urbano del centro e del quartiere Murat, un volto povero, emarginato, invisibile e degradato. I quartieri famosi per l’alto tasso di criminalità ed inciviltà, giacciono in condizioni disastrose, dimenticati dalla pubblica amministrazione. Per Corso Italia, questo avviene solo a metà: se il tratto che appartiene alla Circoscrizione Murat non presenta alcun tipo di rifiuto per terra e l’erba delle aiuole è ben tagliata (da via Quintino Sella in poi), quello che si apre davanti ai nostri occhi una volta ‘entrati’, si fa per dire, nella ‘giurisdizione’ del Libertà, oltre via Manzoni, fino all’incrocio con via Martiri d’Otranto, è un accumulo di deiezioni canine e rifiuti.
Di chi è la colpa? Dell’Amiu che non interviene? O dei padroni che, in barba alle centinaia di campagne di sensibilizzazione e alla possibilità di avere una multa se scoperti, non raccolgono ciò che i loro amici a quattro zampe lasciano per strada? Il fatto è che con questo caldo, le deiezioni emanano cattivi odori che, inevitabilmente, si disperdono nell’aria e arrivano fino ai nasi dei passanti. Per non parlare poi del fatto che attirano inevitabilmente blatte, scarafaggi e topi.
Anche sui rifiuti, lo spartiacque Murat – Libertà è evidente: prima di via Manzoni si può trovare solo fazzolettini di carta abbandonati, non proprio inavvertitamente, da qualche cittadino poco ambientalista. Accedendo nella IX Circoscrizione, la storia cambia. Ed ecco il mobile distrutto, le bottiglie di birra sui muretti, rifiuti urbani fuori dai cassonetti. Sarebbe forse il caso di avere un occhio di riguardo per la città tutta, non solo per quelle zone maggiormente frequentate dai turisti o dove ci si trova più spesso a passare. E dovrebbe anche essere arrivato il momento che i cittadini comincino ad avere un occhio di riguardo per le strade della loro stessa città, ricordando di esserne, loro stessi, i primi fruitori.
Chiara De Gennaro